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Pronti a rafforzare il Super Green Pass, non all'obbligo vaccinale

Italian Prime Minister Mario Draghi (R), Italian Health Minister Roberto Speranza (L), during the press conference to illustrate the new measures adopted by the Italian government to contain the spread of Covid-19 in Italy, Rome 24 November 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI (Photo: FABIO FRUSTACI ANSA)
Italian Prime Minister Mario Draghi (R), Italian Health Minister Roberto Speranza (L), during the press conference to illustrate the new measures adopted by the Italian government to contain the spread of Covid-19 in Italy, Rome 24 November 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI (Photo: FABIO FRUSTACI ANSA)

Sì a possibili rafforzamenti del super green pass qualora ce ne fosse bisogno, no all’obbligo vaccinale. È l’Europa che segue il modello Italia, non il contrario. Gira e rigira nelle stanze del Governo l’opinione quasi unanime è questa. Ed è anche questo il concetto che si oppone quando si domanda se si farà richiesto alla proposta di Ursula von der Leyen. La presidente dell’Unione Europea ha lanciato un auspicio: “In Ue il 77 per cento di adulti è vaccinato, questo significa che un terzo non lo è. Sono 130 milioni di persone, e sono molti. Non tutti possono essere vaccinati. Penso che sia comprensibile e appropriato parlare dell’incoraggiamento, dell’obbligo a vaccinarsi con un approccio comune”. Una strategia europea sull’obbligo vaccinale non è stata ancora stabilita, né probabilmente lo sarà mai, con la stessa von Der Leyen a spiegare che le competenze in materia sono dei singoli stati. Ma quel vento nell’Unione sta iniziando a soffiare, con la Germania e l’Austria che stanno seriamente parlando di introdurre l’obbligo delle inoculazioni.

“Da noi non se ne parla”, dice con convinzione chi ha in mano le redini del dossier. Mario Draghi non ha mai coltivato questa idea, raccontano, e a maggior ragione non la prende in considerazione adesso. Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Speranza. Dal ministero della Salute spiegano che l’Italia è capofila tra tutti i paesi europei su questo versante: “Siamo stati i primi a inserire l’obbligo per il personale sanitario, lo abbiamo appena esteso a categorie a stretto contatto con altre persone, come i docenti e le forze dell’ordine”. Senza contare, si aggiunge, che il super green pass è stato introdotto con i contagi intorno a quota 10mila e con una situazione ospedaliera e di occupazione delle terapie intensive sotto controllo, e non, come accaduto per esempio in Austria, quando i buoi erano usciti dalla stalla. “Confidiamo di tenere sotto controllo la pandemia con le misure che abbiamo preso, e che hanno proprio questa ratio”, sostiene una fonte di governo.

Se non bastassero, poi, la via italiana sarebbe quella di immaginare un’estensione progressiva dell’applicazione del super green pass. Al momento fuori rimane il trasporto pubblico locale e i luoghi di lavoro, settori dove si potrebbe intervenire rapidamente. Nel cassetto anche un’estensione dell’obbligatorietà a categorie a più stretto contatto con il pubblico, ma in via residuale, spiegano, e comunque escludendo un’imposizione erga omnes. La convinzione è che anche introducendo l’obbligo gli effetti sulle vaccinazioni non sarebbero così sensibili, anche in considerazione del fatto che il nostro è uno dei paesi più avanti con la copertura dell’intera popolazione. Il governo è concentrato sulla somministrazione delle terze dosi, con il prossimo inizio della vaccinazione dei bambini e fa i conti con la variante Omicron del virus, che sembra dare meno preoccupazioni di quanto non si fosse pensato all’inizio. C’è un altro ragionamento di cui tenere conto. Il futuro cancelliere Olaf Scholz lavora su una prospettiva di introduzione dell’obbligo “da febbraio o marzo”. Il possibile effetto domino della decisione di Berlino potrebbe investire questo governo, ma dopo lo snodo del Colle non è affatto detto che sia così.

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Meglio allora concentrarsi sul novero del possibile e sulle criticità del prossimo futuro. I fari sono puntati sul 6 dicembre, quando il super green pass entrerà effettivamente in vigore. Dopo le tensioni con la Salute sulla didattica a distanza, risolte ieri da un intervento diretto di Draghi e dalla disponibilità della Struttura commissariale nel coadiuvare le Regioni sul tracciamento, sembrano essersi stemperate anche quelle con il Viminale che aveva esposto una serie di problematiche sui controlli. Previsto un rafforzamento dei controlli a campione sui mezzi di trasporto, nei locali pubblici e nei luoghi di assembramento, mentre per ora possibili criticità sull’ordine pubblico sono monitorate attentamente ma non destano una particolare preoccupazione. Draghi confida che il combinato disposto tra super green pass e zone progressive di rischio tenga dentro gli argini la quarta ondata e permetta un Natale quasi normale.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.