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Ancora protagonisti? Spread e petrolio

Segnali di inversione da petrolio e spread?

La scorsa settimana si sono osservate stabilizzazioni sul petrolio e caduta degli spread.

In questa settimana sembra che qualche equilibrio sia saltato, con un significativo rialzo dei prezzi dei titoli obbligazionari, quindi con riduzioni di spread.

Il petrolio ha fatto segnare una stabilizzazione, nonostante due significativi cali la scorsa settimana, spinto dal calo delle scorte, soprattutto in USA.

Lo spread ha subito nell'ultima settimana, importanti rialzi, non solo nei perifierici, ma ciò che turba è stato il movimento sui bund tedeschi.

In questa settimana è sembrato arrivare un piccolo segnale di reazione, con una ridiscesa dei rendimenti da monitorare se duratura.

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Le cause di questa importante ripresa dei prezzi sono da ricercare in molteplici fattori:

  • inversione del mercato valutario con indebolimento dell'euro, principe delle correlazioni con il prezzo dei titoli di Stato;

  • approfondimento delle analisi sulle parole di Draghi;

  • Yellen più cauta;

  • apparenti distensioni sul piano politico e sul piano delle crisi bancarie;

  • semplice rimbalzo dopo i ribassi.

Analizzando i dati con maggiore dettagli emergono diverse note:

  • il bilancio è ancora negativo, nel senso che non è stato recuperato quanto perso, in special modo per i periferici;

  • titoli corporate ed high yeld hanno subito meno scossoni, con meno ribassi dei prezzi;

  • i titoli di Stato dei principali Stati non hanno reagito in maniera omogenea, in particolare limitando l'analisi agli spread si osservano i seguenti numeri il 12 luglio 2017: BTP -4,84%, bonos spagnoli -7,16%, OAT francesi -23,56, IGB irlandesi - 17,18%, OT portoghesi -2,54%.

E' evidente l'ultimo dato che evidenzia come Italia e Portogallo abbiano recuperato molto meno, anche in confronto ad altri periferici come ad esempio i bonos.

I possibili motivi:

  • differenti numeri della ripresa spagnola rispetto ad Italia e Portogallo;

  • maggiori tensoni in Italia legate alle politiche del 2018;

  • possibile fine del tapering da parte della BCE;

  • maggiore preoccupazione per il debito pubblico, sottolineato anche da UE e banche d'affari che con un debito al 133% rispetto al PIL, in caso di tapering e conseguente rialzo dei tassi potrebbero creare insostenibilità del debito;

  • tensioni legate alle ultime dichiarazioni di Renzi sulle misure di controllo del debito poco gradite dalla BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) .

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