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Quali sono le aspettative sui mercati per i prossimi mesi?

Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management spiegano che l'ultimo trimestre del 2016 si conclude in maniera positiva per i mercati azionari (MSCI World in € +8.6%) che festeggiano l'elezione del nuovo presidente Trump, il cui programma di governo si focalizza sull'impulso a politiche reflazionistiche (taglio tasse e spese in infrastrutture). Importanti rotazioni geografiche e settoriali hanno caratterizzato il trimestre: Europa (Sx5e +10% in €) e Giappone (+15% in Yen) fanno particolarmente bene mentre gli Emergenti (Msci Emerging -5% in $) scontano una maggiore chiusura degli USA in termini di scambi commerciali. A livello settoriale i titoli ciclici (materie prime, finanziari, industriali) sovraperformano decisamente i difensivi (utilities, consumer staples) che soffrono anche a causa del rapido movimento di risalita dei rendimenti obbligazionari (titolo USA 10yr +85bp rendimento 2.5%, Bund 10anni +33bp rendimento 0.2%).

L'attesa per le nuove politiche dell'amministrazione USA giunge in un momento in cui le aspettative di inflazione avevano già iniziato a risalire a causa di dati macroeconomici migliori delle attese e migliore effetto base – spiegano Andrea Delitala e Marco Piersimoni -. L'esito negativo del referendum italiano e la conseguenze instabilità politica non hanno danneggiato gli asset italiani: è interessante registrare la sovraperformance della Borsa di Milano, banche e BTP (rispettivamente +15% e +25% a dicembre con spread in restringimento di 40bp). Il motivo è legato al posizionamento, costruito nel corso di tutto il 2016, estremamente scarico di asset italiani.

La Fed con la decisione di rialzare i tassi d'interesse a dicembre (+25bp), segnala la volontà di mantenere una politica monetaria più restrittiva per bilanciare una politica fiscale più accomodante. La BCE estende il QE di 9 mesi (scadenza da marzo a dicembre 2017) riducendo tuttavia l'ammontare degli acquisti da €80bn a €60bn.

Dopo una corsa degli indici azionari di oltre il 9% sul trimestre, Andrea Delitala e Marco Piersimoni ritengono che gli effetti positivi dell’elezione di Trump siano già incorporati nei prezzi. Il rialzo dell’indice S&P si è basato fino ad ora sull’effetto annuncio e su un movimento di espansione del P/E azionario, tuttavia per ulteriori spunti rialzisti serviranno dati di crescita più convincenti. Si va concretizzando un miglioramento economico in tutte le aree geografiche e un ritorno a tassi di inflazione più elevati, che potrebbe essere accolto favorevolmente almeno in prima battuta.

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In ogni caso, sarà necessario seguire attentamente gli sviluppi da Washington su commercio mondiale, riforma fiscale, deregulation, tassi reali e differenziale di rendimento (Treasury- Bund). In Cina le condizioni di liquidità del mercato interbancario (sul quale abbiamo osservato dello stress nelle ultime settimane) e il ritmo di fuoriuscita dei capitali saranno particolarmente importanti.

Ma proviamo ad approfondire un cosa potrebbe accadere nel futuro. Brendan Mulhern, Global Strategist di Newton Investment Management (BNY Mellon), spiega che l’andamento dei mercati azionari all’indomani delle elezioni USA suggerisce che gli investitori si attendano un aumento della crescita e dell’inflazione grazie alle politiche di Trump e della sua Amministrazione di rampolli della finanza e dell’industria. Tuttavia, è importante tenere a mente che i mercati presentavano già un’alta propensione al rischio prima della vittoria del Presidente eletto, riflettendo un miglioramento dell’outlook sulla crescita economica globale. In altre parole, l’interpretazione positiva delle politiche proposte da Trump ha soltanto enfatizzato un trend già in atto in precedenza. Se le si considera in maniera isolata dal contesto, è possibile che le politiche di Trump stimolino un aumento dell’inflazione negli USA, almeno temporaneamente. Ma la realtà è che poche delle riforme proposte, siano esse di stimoli fiscali o di tagli alle tasse, saranno implementate prima del quarto trimestre 2017.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) corso dell’anno, Brendan Mulhern crede che gli investitori debbano pertanto prestare attenzione alla liquidità, sia negli USA sia a livello globale. Il rialzo dei rendimenti obbligazionari, il rafforzamento del dollaro e l’aumento del 100% dei prezzi del petrolio rispetto ai minimi di febbraio implicano che i fattori positivi per l’economia si stiano dissipando e che la strada di qui in innanzi sia in salita. L’attività economica rallenterà nel 2017. Le sorprese positive diminuiranno e il rush degli investitori verso le aree cicliche del mercato potrebbe avere vita breve.

Paul Hatfield, Global Chief Investment Officer di Alcentra (BNY Mellon), aggiunge che il mercato ha reagito positivamente alla vittoria di Trump. Le valutazioni azionarie riflettono già molti dei benefici che deriveranno dall’aumento della spesa infrastrutturale e dall’approccio business friendly della nuova Amministrazione. Resta da vedere in che misura Trump sarà effettivamente in grado di generare crescita e ridurre il peso normativo, pertanto è normale che i mercati siano in attesa del discorso di venerdì.

Le aspettative circa l’aumento della crescita negli USA e 3 rialzi dei tassi Fed nel corso del 2017 hanno determinato un rafforzamento del dollaro, pertanto Paul Hatfield si aspetta che i mercati emergenti continuino a registrare deflussi (in parte mitigati dai prezzi più stabili delle materie prime). Gli investimenti a tasso variabile, come i loan, saranno sempre più richiesti dagli investitori, mentre le obbligazioni investment grade potrebbero soffrire nel nuovo scenario. Poiché le valutazioni azionarie riflettono già uno scenario molto ottimistico, e data la tendenza di Trump a rilasciare dichiarazioni e pareri politici inattesi e impulsivi in grado di generare tensioni geopolitiche, Paul Hatfield si aspetta che la volatilità dei mercati finanziari prosegua nel corso del 2017. Se Trump dovesse deludere i mercati sul fronte della crescita e della deregolamentazione, le oscillazioni degli indici ne sarebbero esacerbate. Proprio questo scenario, però, presenta delle opportunità di acquisto per chi è pronto a coglierle e dispone di sufficiente liquidità al momento giusto.

John Bailer, Portfolio Manager di The Boston Company Asset Management (BNY Mellon), conclude affermando che nei mesi successivi alla Brexit i dirigenti delle società finanziarie USA si sono concentrati sul taglio dei costi e sul rafforzamento dei bilanci, per far fronte a un peggioramento dell’outlook economico globale. Paul Hatfield credie che le azioni del settore finanziario statunitense presentino le valutazioni più convenienti e quello con il potenziale crescita più elevata. Durante il terzo trimestre, il 76% delle società dell’S&P 500 ha superato le stime sugli utili in media del 5,6%. Le società finanziarie hanno superato le stime dell’8%. Inoltre, per la prima volta da oltre un anno, nel terzo trimestre gli utili per azione (EPS) dell’S&P 500 sono cresciuti rispetto all’anno precedente, proprio grazie all’impressionante crescita del 13% registrata dai titoli finanziari.

Autore: Volcharts.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online