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Quando Giorgia Meloni era favorevole al green pass: "Non c'è altra priorità"

ROME, ITALY - JUNE 11: Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia leader) attends the press conference to present the candidate for Mayor of Rome, on June 11, 2021 in Rome, Italy. At the press conference organized by the Italian center-right political parties to present their candidate for Mayor of Rome, Enrico Michetti, in the presence of Matteo Salvini (Lega political party leader), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia leader) and Antonio Tajani (Forza Italia leader). (Photo by Antonio Masiello/Getty Images) (Photo: Antonio Masiello via Getty Images)

Cambiare idea è sempre possibile, ma Giorgia Meloni è recidiva. Nei giorni scorsi Huffpost ha mostrato le diverse vedute sul vaccino obbligatorio fra Meloni marzo 2021 e Meloni luglio 2021, stavolta il dissidio interiore della leader di Fratelli d’Italia è sul green pass.

Meloni luglio 2021 scrive che il green pass è “il nuovo mantra da imporre”, che “non è accettabile che l’obbligatorietà del foglio verde, di fatto, costringa subdolamente i cittadini a vaccinarsi, pena l’esclusione dalla vita sociale. Questa non è libertà”.

Meloni marzo 2021 invece si domandava “cosa aspetta la Commissione europea a richiedere la procedura d’urgenza al Parlamento europeo sul Certificato verde digitale? Non vorrei che il fuoco di sbarramento delle sinistre a cui è stato sottoposto ieri sera il commissario Reynders in Commissione LIBE sia la ragione di questo atteggiamento stranamente attendista. Il Certificato Verde segna un primo passo verso la definitiva eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione che tanto hanno danneggiato la nostra economia, segnatamente il settore turistico. Questo strumento deve essere implementato nel tempo più breve possibile, in modo che diventi effettivo già prima dell’inizio della stagione estiva, consentendo agli operatori di svolgere un’adeguata programmazione”. Il green pass, chiariva Meloni, “non crea alcun obbligo, né diretto né indiretto, alla vaccinazione. Ne è la prova la proposta di equiparare tre diversi tipi di certificati relativi al COVID-19: certificati di vaccinazione, risultati di tamponi e certificati di guarigione. D’altra parte, l’adozione omogenea di questa misura in tutta l’Unione Europea comporterebbe finalmente il venir meno di tutte le restrizioni, dai viaggi al libero utilizzo di tutte le infrastrutture pubbliche e private. Non può esserci altra priorità”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.