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Rcs conferma tagli per 800 unità e vendita immobili e asset no core

Il piano di esuberi, chiusure e cessioni deciso da Rcs Media Group è necessario per ripristinare la redditività e la solidità finanziaria del gruppo editoriale. Così si giustifica la società, confermando, anche su richiesta della Consob, che ieri i vertici aziendali hanno incontrato il comitato aziendale europeo, il coordinamento Rsu del gruppo e le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali per un primo tavolo di informazione e confronto in merito al piano per lo sviluppo 2013-2015, quanto agli obiettivi economici e di business e agli interventi di efficientamento previsti.

Il piano, come anticipato ieri da milanofinanza.it, prevede azioni di efficienza, tra cui la cessione, o chiusura, di alcune testate periodiche (si parla di vendita/chiusura di 10 periodici che fanno il 20% della raccolta del gruppo) e le significative riduzioni dell'organico in Italia e Spagna, oggi quantificate in circa 800 unità (15% del totale, erano 500 nelle prime ipotesi), da definirsi durante le negoziazioni sindacali.

La società, come già precedentemente comunicato, sta inoltre studiando ipotesi di valorizzazione di tutti gli asset ritenuti non core, tra cui quelli immobiliari. Nello specifico, è previsto il trasferimento della sede di Milano da Via Solferino (40.000 metri quadrati nel centro di Milano) in via Rizzoli ( periferia di Milano ) , il che implica la cessione della proprietà per un valore che gli analisti di Kepler stimano pari a 250 milioni di euro, una cifra che andrebbe a ridurre il debito corrente a 0 , 9 miliardi di euro.

Il piano prevede infine, stando alle ultime indiscrezioni, 180 milioni di investimenti nel digitale. Quanto all'aumento di capitale non tutti gli azionisti del patto sono a sostegno dell'operazione che sarebbe pari a 400 milioni di euro, mentre il resto del debito sarebbe rifinanziato.

"Tali azioni sono necessarie per ripristinare la redditività e la solidità finanziaria del gruppo in un contesto di mercato estremamente deteriorato soprattutto sul fronte degli investimenti pubblicitari (la raccolta dovrebbe essere scesa del 10%, del 20% secondo altre fonti a gennaio in Italia, ndr)", ha spiegato la società.

La parte finanziaria a supporto del piano 2013-2015 è in corso di analisi e si prevede sia presentata al mercato in occasione del consiglio di amministrazione di approvazione del bilancio 2012, quindi non prima di marzo. E il titolo a Piazza Affari risente (-2,72% a 1,11 euro) proprio dei tempi più lunghi che il cda si è preso per prendere decisioni importanti.

Il cda di Rcs che si terrà questo pomeriggio, a partire dalle 16.30, renderà semplicemente esecutivo il duro piano di ristrutturazione messo a punto in questi mesi dall'ad, Pietro Scott Jovane. Gli analisti di Intermonte hanno confermato stamani il rating underperform e il prezzo obiettivo a 0,55 euro aspettandosi un aumento di capitale da 400 milioni di euro.

Anche gli analisti di Kepler mantengono un giudizio cauto sul titolo (reduce e target price a 0,30 euro), evidenziando che la riduzione dell'organico è leggermente più alta rispetto a quanto precedentemente annunciato. In più a questi prezzi la valutazione di Rcs è eccessiva: tratta a 14 volte il rapporto enterprise value/ebitda 2014 contro le 5,5 dei competitor, e la società ha una debole posizione finanziaria (rapporto debito netto/ebitda 2012 pari a 31).