Rcs nel piano-B spunta la bad company
In casa Rcs Mediagroup stanno stringendo i tempi per la predisposizione di un piano-B da presentare al cda e ai soci in vista della doppia scadenza del 12 febbraio (cda su aumento di capitale) e del 1° marzo (board sui conti preliminari del 2012).
Il progetto della soluzione alternativa, anticipato oggi da MF-Milano Finanza, prevederebbe, secondo quanto appreso da fonti interne al gruppo di via Rizzoli da milanofinanza.it, la costituzione di una bad company nella quale conferire i periodici e altri asset editoriali che sono a rischio di chiusura o vendita. In parallelo si vorrebbe creare una good company nella quale apportare tutte le attività di gruppo di sviluppo nel digitale, a partire dai siti delle testate del gruppo, con l'obiettivo poi di sviluppare il business dell'e-commerce.
La decisione di arrivare a un piano alternativo a quello già impostato da mesi (e che prevede tagli, prepensionamenti, accordi strategici in Spagna e la vendita di parte del portafoglio immobiliare) è legata al fatto che i primi segnali relativi alla raccolta pubblicità del 2013 sono peggiori delle stime. L'ad Pietro Scott Jovane si è quindi reso conto che il piano di ristrutturazione va ulteriormente implementato con interventi ancora più robusti sul fronte dei risparmi e del taglio del personale (oggi in totale poco più di 5 mila dipendenti).