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Il Real Madrid condanna la Juve. Anche in Borsa

Le conseguenze della partita di Cardiff continuano a farsi sentire.

La partita in borsa

Non solo sulle colonne della cronaca sportiva dove continuano ad essere snocciolate analisi che prendono in considerazione il perché di una sconfitta (4 a 1 per il Real Madrid) che si intravedeva già dall'inizio del secondo tempo, ma anche sui mercati finanziari dove la Signora deve registrare un calo teorico che sfiora il 10% (9,7% per la precisione). Il Real, ha dunque condannato doppiamente la Juventus (Milano: JUVE.MI - notizie) ad una sorte meschina. Ma solo relativamente. Infatti le azioni della Signora possono proteggersi dal crollo grazie a un rally che supera il 200% e che trova le sue radici anche in questo caso nelle vittorie della Coppa Italia e del 33esimo scudetto; in realtà il numero dei titoli vinti dalla squadra bianconera sarebbero 35 considerando nel novero anche quelli della stagione 2004-2005 e del 2005-2006, tolti per volontà dei giudici in seguito all'inchiesta nata dallo scandalo Calciopoli e che vide proprio i vertici della squadra torinese come primi imputati.

Dagli Scudetti allo Stadium

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La Signora rivendica quei due gagliardetti, le classifiche ufficiali, invece glieli negano: da qui la polemica che nasce ogni anno e che si inasprisce in occasione della vittoria in campionato (ennesima) che porta la squadra a nuovi record. Anche in Borsa, dove invece il famoso Triplete (espressione che gli affezionati rivendicano col significato della vittoria nello stesso anno di Coppa Italia, Scudetto e Champions) è stato abbondantemente vinto. Alla fine di maggio, infatti, il saldo positivo delle azioni è andato a toccare già il 191% da inizio anno, superando anche gli ottimi risultati delle altre squadre quotate (la Lazio si è fermata al 56%) e arrivando a sciogliere quel catenaccio (altra metafora particolarmente calzante) che bloccava le performance nella gabbia dello 0,25 euro ad azione, mentre adesso, proprio con la stagione che si è andata a chiudere con la conferma della partecipazione alla finale (poi persa), il titolo ha segnato quota 1 euro.

Innegabile il fatto che anche la gestione dell'”azienda Juventus” sia stata particolarmente attenta e lungimirante sia sul piano finanziario che su quello sportivo. In particolare la gestione della primavera, alla cessione di alcuni cartellini evidentemente non di primaria importanza per le vittorie che, bene o male, sono arrivate (33 consecutive) e, sopratutto, la capacità di monetizzare un investimento ingente e oneroso come quello del J-Stadium. Proprio quest'ultima spinta ha permesso alla società di passare da un fatturato di 154 milioni e perdite per 95 nella stagione 2010-2011 a quello del 2016 che evidenziava 341 milioni di ricavi e 4 milioni di guadagni.

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