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Redditometro 2012: è un flop

Corte Conti: Redditometro stumento debole, lotta a evasione ondivaga

Un flop annunciato che fa male allo Stato. Il redditometro, lo strumento predisposto dall'Agenzia delle Entrate per misurare la coerenza tra reddito e spesa dei contribuenti e combattere l'evasione fiscale, non ha centrato il suo obiettivo. Quello di portare circa 800 milioni di euro nelle casse dello Stato.

Come funzionerà il nuovo redditometro

Ad annunciare il fallimento del redditometro erano state numerose associazioni di consumatori, ma da oggi la Corte dei Conti lo mette nero su bianco e, dati alla mano, lo boccia. Dagli accertamenti effettuati nel 2012 si è stimato che questo strumento ha fatto incassare all'Erario solo 30 milioni contro i 708 previsti, con un crollo del 74% rispetto al 2011. Un fallimento su tutta la linea, specie in relazione ai dati degli anni precedenti: nel 2010 l'Agenzia aveva riscosso 148 milioni, che sono man mano diminuiti nel corso degli anni, diventando 116 nel 2011 e 30 lo scorso anno. Un bel 74% in meno che il Fisco non incassa, uno scarto notevole che lascia di stucco, specie dopo il "lancio" che era stato fatto a questo strumento in campagna elettorale e che pone non pochi dubbi sulla sua efficacia per la lotta all'evasione.

Quello che Attilio Befera, numero uno dell'Agenzia delle Entrate, aveva osannato come la soluzione ottimale per frenare gli evasori del Fisco, affiancando a questo software altri strumenti come il Redditest e lo Spesometro, si è rivelato a tutti gli effetti un flop. Gettando "nel panico migliaia di famiglie italiane", come ha commentato il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, specie quelle con redditi non onerosi e i lavoratori autonomi. Incentivando comportamenti in controtendenza, come gli acquisti in nero ed altri comportamenti evasivi.

Uno strumento inefficace e anche anticostituzionale, come spiega Antonio Gigliotti su Fiscal Focus, che va contro l'art.24 della Costituzione e l’art.38 del D.P.R. 600/73, "in quanto non si darebbe modo ai contribuenti di provare d’aver sostenuto spese inferiori a quelle risultanti dalle medie Istat". Ovvero, "qualora le medie Istat prevedessero che un soggetto debba spendere 100 euro per alimenti e abbigliamento, mentre in realtà questi andrebbe a spenderne la metà, non gli è concessa la possibilità di dimostrare la spesa effettiva inferiore a quella stimata".
Per questo i magistrati contabili hanno spento gli entusiasmi sul redditometro, evidenziandone le "limitate potenzialità" contro i furbi del fisco:"Il clamore mediatico suscitato dal nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi appare francamente sproporzionato alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso che continuerà, inevitabilmente, a costituire un criterio complementare per l'accertamento dell'Irpef", dichiara la Corte dei Conti.

Così, mentre il nuovo software è partito già da qualche giorno, pronto a scandagliare le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani del 2009, la Uil fa eco alla Corte dei Conti e commenta il risultato del 2012 come "imbarazzante", come definito dal segretario confederale Domenico Proietti che ricorda: "Le tasse in Italia le pagano prevalentemente coloro che hanno la ritenuta alla fonte, i lavoratori dipendenti e i pensionati", chiedendo quindi di "destinare le risorse recuperate dalla lotta all'evasione per ridurre le tasse a queste categorie".