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Il redditometro anti-evasione arriva ma è soft

Lo strumento per combattere l'evasione fiscale viene depotenziato: via le medie Istat e contenzioso morbido

Redditi (Fotolia)

Il redditometro tanto atteso e tanto discusso sta per debuttare, ma non è esattamente quello studiato dal governo Monti un anno fa. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni tra pochi giorni firmerà il decreto attuativo definitivo.

Una versione soft a detta di molti, con l’abbandono (almeno parziale) delle medie Istat e l’invito a tutti gli uffici a evitare il contenzioso con i contribuenti. Per evitarlo, tre step: per il contribuente sospettato non ci sarà l’obbligo di fornire le prove delle spese dichiarate. Semmai, un confronto dialettico di chiarimento. Nel caso i dubbi permarranno, ecco allora che l’ufficio proporrà l’adesione all’accertamento.

Nel terzo caso, qualora emergesse un’evasione fiscale inferiore ai 20 mila euro, si va per la mediazione. Insomma, se la grande evasione è il nodo centrale dei problemi fiscali in Italia, si vorrà colpire quella, quindi la percentuale di scostamento tra le spese sostenute e quelle dichiarate, oltre alla franchigia di 12mila euro, sarà superiore al 20% ipotizzato in un primo momento.

Il timore insomma, nella versione precedente, era che il redditometro potesse diventare uno studio di settore per le famiglie. Il limite alle medie Istat è un aspetto cruciale: i valori statistici potranno essere utilizzati per spese come auto, immobili, che hanno parametri standard di comparazione, ma non certo per ristoranti e vestiario.

Un certo depotenziamento c’è ma era anche inevitabile dopo le bocciature giunte dal Tribunale di Napoli e dalla Commissione provinciale tributaria di Reggio Emilia, che lo ha bollato come illegittimo e incostituzionale. Al centro della bocciatura, la violazione del diritto alla privacy, in quanto era insito l’obbligo di presentate gli scontrini, e quella del diritto alla difesa del contribuente, dovuta appunto alla presunzione di spesa basate sulle medie.

Già nei primi mesi del 2013 era stato necessario chiarire ad esempio che i pensionati monoreddito non sarebbero mai stati selezionati dal nuovo redditometro, che lo strumento serve a individuare eventuali anomalie da verificare con il contribuente, che non considererà scostamenti fra reddito e spesa fino a 1.000 euro al mese. Per il 2013, sono comunque previsti 35mila controlli da accertamento sintetico.