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Referendum: sull’Italia cala l’incertezza

Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée di UBP (Taiwan OTC: 6471.TWO - notizie) , spiega che la grande maggioranza del NO punta verso elezioni anticipate, prima della data regolare prevista per il secondo trimestre del 2018; la priorità sarà quella di riscrivere la legge elettorale, di votare il bilancio 2017 e proseguire con la ricapitalizzazione delle banche. Un Governo ad interim probabilmente entrerà in gioco, a pochi giorni dalle dimissioni di Renzi.

Un periodo di incertezza politica sta tornando in Italia, con difficoltà in aumento per creare una coalizione di Governo o per cercare una maggioranza evidente - spiega Patrice Gautry -. Non c'è tempo per il Governo di impegnarsi in nuove riforme economiche davanti a incertezze politiche. La Bce è preparata per immettere liquidità se necessario e dovrebbe stare attenta a evitare qualunque frammentazione o effetto contagio sui mercati obbligazionari, utilizzando il suo programma di QE o i TLTRO. La liquidità dovrebbe impedire qualunque rischio sistemico, ma la politica interferirà con il processo previsto di ricapitalizzazione delle banche.

La ripresa della crescita in Italia appare già fragile e la sua performance probabilmente continuerà a rimanere indietro rispetto all’Eurozona - spiega Patrice Gautry -. Le prospettive restano limitate e la crescita del PIL dovrebbe restare al di sotto dell’1% nel 2017, poiché i consumi rimarranno contenuti. Malgrado la riforma del lavoro, il tasso di disoccupazione è ancora elevato (11%) e la crescita dei salari è piatta. Anche l’outlook sugli investimenti è contenuto ed era atteso un supporto ulteriore dal Governo Renzi (tasse più basse, incentivi per innovazione). La situazione politica crea rischi al ribasso sull’attività economica nei prossimi trimestri.

L’equilibrio fiscale è migliorato e probabilmente il deficit si stabilizzerà attorno al 2,5% del PIL nel 2017 mentre il debito pubblico al 133% - spiega Patrice Gautry -. Esiste un avanzo primario di bilancio (circa l’1,5% del PIL), ma sembra comunque troppo contenuto per far sì che il debito pubblico non continui a crescere. Con la crescita bloccata al di sotto dell’1%, un forte aumento dei tassi di interesse a lungo termine porterà a un ulteriore deterioramento la situazione finanziaria pubblica e ad un aumento meccanico del debito pubblico.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online