Il Regno Disunito
L’economia del Regno Unito “post-Brexit” non ha mostrato fino ad ora i rischi di “sconquassi” o di effetti sistemici gravi, pur delineati in fase pre-elettorale. Al contrario si è vista un’espansione consistente del settore manifatturiero, superiore alle aspettative, sia nel quarto trimestre del 2016 che nei primi mesi del 2017.
Un clima di euforia vede come principale attore la svalutazione del tasso di cambio che ha fornito il giusto appeal alle merci britanniche nei confronti dei mercati esteri, anche grazie a una politica monetaria che la BoE (Shenzhen: 000725.SZ - notizie) continua a mantenere accomodante in previsioni di futuri e ipotetici rischi.
Un premio al rischio che negli ultimi dodici mesi è stato prezzato in maniera blanda dagli investitori internazionali come dimostra l’andamento della Yield curve degli UK, traslata al ribasso nel breve termine con un’inclinazione inversa per i primi 2 anni. Un cambiamento che esprime sia la riduzione del premio al rischio nel periodo indicato che l’intervento della Banca centrale britannica. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) lungo termine il rischio, politico ed economico, viene prezzato con il medesimo grado di incertezza.
Yield Curve – United Kingdom
Fonte: Factset
La ragione per cui gli investitori adottano un atteggiamento prudenziale nel lungo termine è legato chiaramente alla difficoltà di interpretazione e quantificazione di elementi esogeni, come può essere l’effetto che la Brexit avrà sul sistema finanziario britannico, o meglio sulla City londinese, a cui si è aggiunto il rinnovato vento riformatore che sta portando la Scozia verso un referendum per uscire dal Regno Unito.
Eur/Gbp
Fonte: FIDA
Il cross Eur/Gbp dopo aver vissuto due strappi rialzisti legati al precedente referendum ha poi delineato un movimento di mean reversion, caratterizzato da una fase di consolidamento. L’equilibrio ritrovato sta mostrando ora, però, un nuovo tentativo di allungo rialzista che graficamente è rilevabile dalla violazione della trendline ribassista di breve periodo. Un primo segnale, che necessita di ulteriori conferme, ma che richiama la correlazione temporale rispetto agli annunci dal sapore indipendentista provenienti dalla Scozia. Operativamente sul cross è possibile individuare due possibili livelli operativi, 0,885 come break-out rialzista di breve termine e 0,825 come pivot low ribassista.
Ftse 100
Fonte: FIDA
In questo contesto il Ftse 100 continua a registrare un trend rialzista, con le quotazioni che col tempo stanno assumendo una conformazione grafica triangolare che tende a consolidare verso il vertice. La contemporanea riduzione della volatilità e la fase di appiattimento degli oscillatori rappresenta un ulteriore elemento quantitativo che lascia trapelare il possibile sviluppo di un nuovo movimento impulsivo.
Operativamente lo scenario è piuttosto complesso vista la difficoltà di avviare nuove operazioni long su un asset che quota sui massimi assoluti e, d’altra parte, qualsiasi operazione short, o di chiusura delle posizioni long, non avrebbe una logica trend following ma contrarian.
Sulla base di queste assunzioni il livello da monitorare non può che essere l’area dei 7.000 punti. Una fase di storno verso quest’area, mean reversion, renderebbe possibile sia l’adozione di acquisti in buy area, sulla tenuta, che la chiusura delle posizioni long di medio termine, in caso di cedimento di questi livelli.
Su Borsa Italiana sono disponibili diversi ETF per investire sul mercato della Gran Bretagna, con diversi stili di investimento, tra cui:
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