Riforma del lavoro: le possibili modifiche richieste dai partiti
Si sapeva ancora prima della sua approvazione che sarebbe stata modificata e i partiti dell'attuale maggioranza che sostiene il governo, in prima fila PD e PDL, hanno raggiunto un accordo su dieci punti per correggere la riforma del lavoro passata alla Camera il 27 giugno scorso, secondo le osservazioni di sindacati e Confindustria. Queste modifiche, se accettate dal governo e dichiarate ammissibili dalle commissioni, saranno poi inserite, a seconda dell'iter burocratico che verrà scelto e che si potrà adattare ai tempi disponibili, nel decreto sviluppo o in quello che riguarderà la cosiddetta "spending review".
Ma di cosa si tratta? È ancora tutto molto vago e incerto (perché gli emendamenti non sono ancora stati dichiarati ammissibili e, da parte sua, il governo ha già espresso parere contrario rispetto ad alcune anticipazioni di essi) ma si sa che le richieste più importanti riguardano alcuni punti. Innanzitutto il rinvio di un anno, quindi al 2014, dell'entrata in vigore dell'ASPI (Assicurazione Sociale per l'Impiego, il nuovo ammortizzatore sociale che sostituirà tutti quelli che non rientrano nella cassa integrazione ordinaria) e comunque dopo un confronto con le parti sociali. Poi il rinvio, sempre di un anno, dell'aumento dei contributi pensionistici per le partite Iva e un'aumento a due anni del periodo di valutazione per i criteri atti a smascherare quelle finte. E ancora una riduzione dei tempi di pausa tra i diversi contratti a termine per gli stagionali, che andranno regolamentati in sede di contrattazione collettiva.
Altre richieste esplicitate da sindacati e Confindustria in questi giorni sono l'aumento degli apprendisti in tutti i settori produttivi, la possibilità di cumulo tra la cassa integrazione e i voucher stagionali, il ripristino della cassa integrazione straordinaria per le aziende ammesse a procedure concorsuali con la prospettiva di riprendere l'attività, il non conteggio dei contratti inferiori ai sei mesi nell'organico dell'azienda per l'obbligo di assunzione degli invalidi, maggiori tutele contributive per i collaboratori e poi favorire i trasferimenti d'azienda o di rami di essa in caso di fallimento.
Dopo l'incontro tra il ministro Fornero, il relatore alla Camera Giuliano Cazzola (PDL), quello al Senato Tiziano Treu (PD) e il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Silvano Moffa, la situazione però si attorciglia sempre di più, perché, dalle poche parole lasciate traperlare dal deputato di centro-destra, il governo sarebbe contrario a qualunque modifica che comporti dei costi e quindi sicuramente al rinvio dell'entrata in vigore dell'ASPI e dell'aumento dei contributi per le partite Iva, ovvero due delle richieste principali.
Si vedrà nei prossimi giorni quali di queste richieste supererà l'ammissibilità e verrà effettivamente accolta.