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Riforma fiscale, proposte governo non piacciono ai sindacati

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti durante la cerimonia di giuramento al Quirinale a Roma, 22 ottobre 2022. REUTERS/Guglielmo Mangiapane

ROMA (Reuters) - Il piano del governo di ridurre da quattro a tre gli attuali scaglioni Irpef entro due anni ha ricevuto una risposta ostile da parte dei sindacati, che sostengono che la riforma andrebbe soprattutto a vantaggio dei più ricchi.

Il governo Meloni intende intervenire sul sistema fiscale, con l'obiettivo di ottenere un'unica aliquota fiscale prima delle elezioni politiche del 2027, secondo alcune fonti governative e una bozza visionata da Reuters.

Inoltre, il governo intende offrire incentivi alle imprese per gli investimenti e le assunzioni.

Al termine di un incontro con il governo, Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato che stanno valutando la possibilità di intraprendere una mobilitazione congiunta.

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"Non siamo d'accordo con lo schema delle tre aliquote perché favorisce i redditi alti e molto alti, mentre l'85% dei lavoratori dipendenti e dei pensionati italiani ha un reddito inferiore a 35.000 euro l'anno", ha affermato Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil.

Il governo, che intende far approvare il disegno di legge delega giovedì, sta valutando di fissare le tre fasce al 23%, 33% e 43% nel breve periodo, hanno detto le fonti, aggiungendo che è al vaglio una soluzione più costosa che abbasserebbe la seconda fascia al 27%.

L'attuale assetto dell'Irpef si basa su aliquote che vanno da un minimo del 23% per i redditi annuali fino a 15.000 euro a un'aliquota massima del 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Per evitare di fare eccessiva leva sulle casse dello Stato, il ministero del Tesoro intende finanziare parzialmente il disegno di legge delega attraverso la riduzione e la semplificazione dei 600 modi in cui, allo stato attuale, cittadini e imprese possono detrarre vari tipi di spese dal proprio conto fiscale.

Queste cosiddette "spese fiscali" sottraggono allo Stato 165 miliardi di euro di entrate ogni anno, come risulta da un documento.

EVASIONE FISCALE CRONICA

Alessandro Santoro, professore di finanza ed ex funzionario del Tesoro che ha contribuito alla stesura di parti del Pnrr durante il governo Draghi, ha ridimensionato gli effetti positivi rivendicati dai sostenitori della flat tax.

"Gli effetti di incentivo all'occupazione e agli investimenti teoricamente legati alla riduzione dell'imposta sul reddito si sono raramente concretizzati, e in ogni caso sono stati inferiori all'impatto negativo sul gettito delle aliquote più basse", ha detto a Reuters.

In base alla riforma fiscale, l'attuale aliquota dell'imposta sul reddito delle società, pari al 24%, verrebbe divisa in due, con l'introduzione di una seconda fascia inferiore al 15% per premiare gli imprenditori che creano posti di lavoro e investono nell'innovazione per aumentare la produttività.

"Più assumono e investono, meno pagano", si legge nel documento del Tesoro.

Il disegno di legge delega stabilisce anche un approccio cooperativo per tentare di arginare il cronico problema dell'evasione fiscale, che è costato allo Stato circa 90 miliardi di euro nel 2020, secondo i dati più recenti forniti dal Tesoro.

Roma propone alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi la possibilità di concordare in anticipo l'ammontare delle tasse da versare allo Stato nei successivi due anni, senza dover temere controlli.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)