Rinnovabili, Legambiente: non decollano, a rischio obiettivi 2030
Roma, 26 mag. (askanews) - In Italia non decollano gli impianti da fonti rinnovabili. Secondo i dati contenuti nella XVI edizione di 'Comunità Rinnovabili 2022', il consueto rapporto di Legambiente, in Italia sono presenti almeno 1,35 milioni di impianti da fonti rinnovabili, distribuiti in tutti i comuni italiani per una potenza complessiva di 60,8 GW, di cui appena 1,35 GW installata nel 2021 tra idroelettrico, eolico e fotovoltaico.
In termini di produzione, il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è arrivato, nel 2021 a 115,7 TWh, facendo registrare un incremento di appena 1,58% rispetto al 2020. Un trend decisamente al di sotto di quelli che dovrebbero essere gli obiettivi annuali, causato dalla pandemia, ma anche e soprattutto dal sistema farraginoso di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti. "Numeri insufficienti - sottolinea Legambiente - che rischiano di farci raggiungere l'obiettivo di 70 GW al 2030 tra 124 anni".
Il rapporto è stato presentato in un convegno dal titolo "Dalle comunità energetiche ai grandi impianti. La strada da seguire verso la decarbonizzazione e l'indipendenza energetica" presso il Museo Maxxi di Roma.
"Numeri in crescita, invece, per le nuove opportunità di autoproduzione e scambio di energia attraverso le Comunità Energetiche da fonti rinnovabili: 100 quelle complessivamente mappate da Legambiente in queste ultime 3 edizioni del Rapporto, tra realtà effettivamente operative (35), in progetto (41) o che muovono i primi passi verso la costituzione (24). Tra queste 59 le nuove, censite tra giugno 2021 e maggio 2022, che vedono il coinvolgimento di centinaia di famiglie, decine di Comuni e imprese, di cui 39 sono Comunità energetiche rinnovabili e 20 configurazioni di autoconsumo collettivo.
"I numeri raccolti dalla nuova edizione del rapporto si confermano drammaticamente insufficienti per affrontare il caro bollette e l'emergenza climatica, per liberarci dalla dipendenza dall'estero- ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - e soprattutto rischiano di farci raggiungere l'obiettivo di 70 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili al 2030 tra 124 anni, se calcoliamo la media di installazione degli ultimi tre anni, pari a 0,56 GW. Il governo italiano segua l'esempio del programma europeo Repower EU, smetta di lavorare dando priorità alla diversificazione dei paesi da cui acquistare il gas fossile e climalterante; si concentri invece sulla semplificazione dell'iter autorizzativo e sulla certezza delle regole per consentire alle aziende del settore di investire 80 miliardi di euro e realizzare in 3 anni 60 GW di nuova potenza, come proposto da Elettricità Futura, in grado di sostituire il 70% del gas russo".
Per Ciafani "è il momento di cambiare registro per risolvere l'incomprensibile ostracismo di uffici ministeriali, Regioni, Comuni, Sovrintendenze, comitati cittadini e di alcune sigle ambientaliste perché le famiglie, le imprese e il Pianeta non possono più attendere".