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Ritardo nel pagamento del mutuo: la banca si prende la casa?

Il mutuo rappresenta una scelta piuttosto delicata poiché, nella maggior parte dei casi, ce lo si porta appresso per molti anni. Per questa ragione, prima di accenderne uno, il primo passo dovrebbe sempre essere quello di informarsi sui prodotti creditizi che offrono le condizioni migliori.

Una buona soluzione, in questi casi, potrebbe ad esempio essere quella di effettuare un confronto mutui prima casa su una piattaforma di comparazione online che spesso si rivela essere di grande aiuto per iniziare a orientarsi fra i numerosi finanziamenti presenti sul mercato creditizio. Una volta trovato il finanziamento più adatto, e prima della firma del contratto, è fondamentale anche dedicarsi alla lettura delle clausole, ponendo particolare attenzione a quelle in merito all’eventuale ritardo nel pagamento del mutuo.

A questo proposito, se anche tu hai intenzione di richiedere un mutuo per acquistare la tua prima casa, devi sapere che nel mese di Aprile il Decreto Legislativo 385/1993, che regola la concessione di queste forme di finanziamento, è stato modificato.

In particolare, una di queste modifiche prevede che il mutuatario che non provvede al pagamento di 18 rate consecutive rischia che la proprietà immobiliare su cui pende il mutuo vada nelle mani della banca che ha concesso il capitale. In questo articolo abbiamo quindi deciso di illustrarti tutto quello che è necessario sapere in merito a questo nuovo provvedimento.

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Quando la casa va alla banca?

Come anticipato, in seguito alla modifica del Ddl, se si verifica un ritardo nel pagamento del mutuo e non si è in grado di pagare 18 rate continue del finanziamento, l’istituto bancario avrà diritto di appropriazione sulla proprietà.

Tuttavia è importante ricordare che affinché l’istituto bancario possa entrare in possesso dell’immobile, la clausola del mancato pagamento di 18 rate consecutive deve essere obbligatoriamente indicata nel contratto del mutuo. Inoltre, la suddetta clausola deve essere inserita di comune accordo fra la finanziaria e il mutuatario. Questo significa che la casa non va alla banca se il contratto è sprovvisto di clausola o se il mutuatario è contrario a inserirla nel medesimo.

E’ poi bene sottolineare che ad oggi il provvedimento non è ancora entrato in vigore. Perché venga ufficialmente riconosciuto sarà infatti necessaria l’approvazione del Mise . A quest’ultimo spetta infatti il compito di redigere il corpus legislativo che servirà a regolare i casi specifici di ritardo nel pagamento del finanziamento.

Una volta redatte le linee guida, queste dovranno essere approvate dalla Banca d’Italia entro la fine di Gennaio 2017. Di conseguenza, fatti salvi eventuali complicazioni e rallentamenti, ci si aspetta che la clausola venga concretamente applicata solo a partire da Marzo 2017.

Ritardo nel pagamento del mutuo: come tutelarsi?

In vista dell’introduzione di questo provvedimento, le associazioni per i consumatori si sono mosse per migliorare le condizioni di tutela dei mutuatari. In difesa di tutti gli intestatari di un mutuo sta ad esempio il fatto che la clausola non è retroattiva. Questo significa che il provvedimento non ha valore sui contratti di mutuo già estinti.

Inoltre, dal momento in cui entrerà in vigore la modifica del Ddl, sarà messa a disposizione di tutti i mutuatari una consulenza gratuita così da aiutare il consumatore a capire se è consigliabile o meno, sulla base delle proprie disponibilità economiche, inserire la clausola nel contratto del mutuo prima casa.

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