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Rogo di Milano, Luca e Rosita morti a causa di un monopattino elettrico

Luca Manzin e Rosita Capurso (Facebook)
Luca Manzin e Rosita Capurso (Facebook)

Potrebbe essere stata la batteria di un vecchio monopattino elettrico, lasciata in carica durante la notte, la causa dell’incendio che nella notte di venerdì 22 novembre ha portato alla morte dei fidanzati Rosita Capurso, psicologa di 27 anni, e Luca Manzin, avvocato 29enne, nella loro mansarda in via Alzaia Naviglio Grande, a Milano.

È questa l’ipotesi investigativa degli inquirenti dopo il sopralluogo eseguito dai tecnici del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco di Milano. I carabinieri della compagnia Porta Magenta hanno invece ascoltato i parenti delle due vittime e alcuni testimoni.

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Il Pm ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo. Al momento si tratta di un’inchiesta senza iscritti nel registro degli indagati, in attesa dei primi atti che arriveranno in procura. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia sui corpi dei due giovani. Quasi certo però che la morte sia legata all’inalazione del fumo denso che avvolgeva il loro appartamento. Sui cadaveri sono state trovate ustioni, ma non sarebbero legate alla causa del decesso.

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Rosita sarebbe morta nel tentativo di spegnere le fiamme con una bacinella riempita d’acqua, trovata accanto al corpo insieme al rubinetto del lavandino del bagno aperto. Luca, invece, sarebbe stato sorpreso dal sonno.

Sembra che l’incendio sia scoppiato all’ingresso della mansarda, piena di scatoloni, attrezzi, abiti ammucchiati e resti di vernice. Qui si trova anche il contatore elettrico, ma la scintilla non sarebbe partita da lì, bensì dal cortocircuito della batteria del monopattino (i cui resti sono stati trovati liquefatti). Per avere la conferma bisognerà aspettare l’esito degli esami compiuti dal Ris di Parma.

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