Rosso è più buono, come la mente reagisce al colore del cibo
Sul toro nessuna ha dei dubbi: appena vede il rosso carica a testa bassa. Provate a offrire un piatto di pasta in bianco oppure una con il pomodoro e chiedete di scegliere. Secondo voi quale finirà prima? E non si tratta solo di una questione di gusto, il rosso è una faccenda scientifica. Lo dice lo studio pubblicato su Science Reports da Francesco Foroni, Giulio Pergola e Raffaella Ruminati, del gruppo Sissa di Trieste. La conclusone è le persone mangiano più volentieri cibi colorati di rosso.
E’ stato chiesto a 68 persone quali alimenti ritenessero più ricchi di calorie. Più il rosso è brillante e maggiormente viene associato ad un cibo nutriente. Diversamente, se il piatto è verde, insalata e verdura docet, la vista si scoraggia prima del palato. La spiegazione risiede nel codice del sistema visivo e nell’evoluzione della specie umana. La nostra vista distingue in maniera chiara il rosso dal verde, la spiegazione potrebbe risalire ai tempi che furono, quando per distinguere frutti e bacche in mezzo al fogliame questa abilità risultava la più importante.
Una giustificazione che potrebbe tornare utile anche ai bambini: quando il pargoletto si rifiuta di mangiare la verdura, lo fa come risposta atavica ereditata dai nostri antenati, per difendersi dalle intossicazioni. Pazienza se i cibi nel 21esimo secolo sono per la maggior parte cotti, i bambini non lo sanno ancora. A proposito di bambini, se aveste voglia di fare una prova empirica sull’attrazione inconscia per i cibi di colore rosso, riempite un sacchetto di caramelle di tutti i colori. Inutile dire quelle che scompaiono per prime. E’ il rosso power, con buona pace della mela verde.
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