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Russia verso primo default debito sovrano da oltre un secolo

Una bandiera russa davanti alla Torre Spasskaya del Cremlino a Mosca

LONDRA (Reuters) -Per la prima volta dalla rivoluzione bolscevica, la Russia è andata in default sulle sue obbligazioni sovrane estere, con le sanzioni occidentali che hanno di fatto tagliato fuori il Paese dal sistema finanziario globale e reso i suoi beni intoccabili per molti investitori.

Secondo un funzionario statunitense, l'insolvenza dimostra quanto le sanzioni stiano avendo un impatto drammatico sull'economia russa, mentre il G7 sta cercando un potenziale accordo per arginare ulteriormente le entrate petrolifere di Mosca e sostenere l'Ucraina.

Questa mattina, alcuni detentori di bond avevano fatto sapere di non aver ricevuto il pagamento di interessi arretrati dopo una scadenza, avvenuta ieri.

La Russia è in difficoltà nel rispettare i pagamenti di 40 miliardi di dollari di bond in circolazione da quando ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio.

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Il Cremlino ha ripetutamente affermato che non ci sono motivi per un default - se non causati dalle sanzioni -, accusando l'Occidente di voler spingere il Paese ad un fallimento forzato.

Gli sforzi russi hanno incontrato un ostacolo insormontabile alla fine di maggio, quando l'Office of Foreign Assets Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha effettivamente bloccato Mosca dall'effettuare i pagamenti.

Anche se un default formale sarebbe in gran parte simbolico, dato che la Russia non può contrarre prestiti internazionali al momento e non ne ha bisogno grazie alle abbondanti entrate derivanti dall'esportazione di petrolio e gas, le conseguenze di questo evento farebbero probabilmente aumentare i costi di prestito in futuro.

I pagamenti in questione sono 100 milioni di dollari di interessi su due bond, uno denominato in dollari e l'altro in euro, che la Russia avrebbe dovuto pagare entro il 27 maggio. I pagamenti prevedevano un periodo di grazia di 30 giorni, scaduto ieri.

Il ministero delle Finanze russo ha detto di aver effettuato i pagamenti al National Settlement Depository (Nsd) onshore in euro e dollari, aggiungendo di aver adempiuto ai propri obblighi.

Alcuni detentori taiwanesi delle obbligazioni oggi non hanno ancora ricevuto i pagamenti, hanno riferito fonti a Reuters.

Per molti bondholder, la mancata ricezione in tempo del denaro dovuto sui loro conti costituisce un default.

Non essendo stata specificata una scadenza precisa nel prospetto informativo, gli avvocati sostengono che la Russia potrebbe avere tempo fino alla fine del giorno lavorativo successivo per pagare gli obbligazionisti.

(versione italiana Valentina Consiglio, editing Stefano Bernabei)