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Salvini e imprese pressano Draghi: altre misure contro il caro bollette

Energia elettrica (Photo: Justin Sullivan via Getty Images)
Energia elettrica (Photo: Justin Sullivan via Getty Images)

Il governo potrebbe prendere ulteriori decisioni sul tema dei costi dell’energia entro questa settimana. A dare l’annuncio è stato il leader della Lega Matteo Salvini, che da settimane ormai esercita pressing affinché il governo vari nuove misure per evitare quello che lui ha definito “una bomba sociale”. “A me interessa mettere intorno allo stesso tavolo i ministri dello Sviluppo economico, della Transizione ecologia e il presidente del Consiglio, che è consapevole della duplice emergenza covid e caro energia, che io metto sullo stesso piano. Ipotizzare di avere un inverno in lockdown per qualcuno al freddo e al buio rischia di essere una bomba sociale” ha dichiarato oggi Matteo Salvini, durante una conferenza stampa sul caro energia a Torbole Casaglia (Brescia).

Proprio a Torbole il leader della Lega ha accolto le lamentele e i timori degli imprenditori del settore manifatturiero che hanno lanciato il grido: “Senza interventi tempestivi e incisivi c’é il rischio che molte fabbriche debbano chiudere”. Il prezzo dell’energia elettrica continua a registrare valori record: nelle prime due settimane di dicembre ha raggiunto il picco storico di 374 /MWh (+280% rispetto al valore di gennaio 2021; +650% rispetto a gennaio 2020). Anche le quotazioni del gas naturale stanno registrando degli andamenti di crescita esponenziale: il prezzo della commodity in Italia é cresciuto di oltre il 671% da novembre 2020 a novembre 2021, e le quotazioni al principale hub europeo hanno superato negli ultimi giorni i 180 /MWh. A lanciare l’allarme al Governo sono stati Fabio Zanardi ed Enrico Frigerio, rispettivamente presidente e vicepresidente di Assofond, Roberto Vavassori, vicepresidente di Anfia, Michele Bianchi (comitato presidenza di Assocarta) e Franco Gussalli Beretta (presidente di Confindustria Brescia).

Ora il governo, dopo il pressing di Salvini e le lamentele delle diverse industrie energivore, sembra che voglia intervenire con nuove misure. Anche se i tempi potrebbero non essere brevi. Il governo ha già approvato un pacchetto di circa 3,7 miliardi nella legge di Bilancio, al quale si aggiunge un ulteriore miliardo per consentire una rateizzazione dei pagamenti. Secondo alcune indiscrezioni, altre misure richiederebbero ancora tempo per la messa a punto. L’idea potrebbe essere quella di ‘sterilizzare’ gli oneri di sistema, già in parte ridotti, ma questo richiede risorse della fiscalità generale che andranno trovate in futuro, mentre ora si attende ancora che arrivi in porto la legge di Bilancio. Un’indicazione su una possibile strada da seguire è stata data anche dal premier Mario Draghi durante la conferenza stampa poco prima di Natale. “Ci sono i grandi produttori e venditori di energia - aveva detto il premier - che stanno facendo profitti fantastici”.

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L’occasione per discutere delle nuove misure potrebbe comunque essere il prossimo consiglio dei ministri, che dovrebbe riunirsi giovedì, anche se nulla è ancora deciso. Si farà il punto domani e, probabilmente, si attenderanno gli ultimi dati dell’authority competente in materia (Arera) sulla crescita dei prezzi. Secondo il presidente dell’Arera Stefano Besseghini, a gennaio ci potrebbe essere un aumento del 50 per cento di luce e 40 per cento del gas a causa dell’impennata del costo delle materie prime.

Le industrie energivore, nel loro appello lanciato oggi al governo, hanno già fatto presenti le misure che secondo loro l’esecutivo dovrebbe attuare. Alcune da adottare immediatamente, altre sul lungo periodo. “Sul fronte dell’energia elettrica deve essere rinviato il capacity market (un nuovo onere che dal 1° gennaio 2022 porterà un aggravio pari a 39,799 euro/MWh nelle 500 ore di picco, quelle in cui il sistema ha la maggiore congestione di consumo, e pari a 1,296 euro/MWh nelle altre ore) e deve essere data la più ampia applicazione possibile all’art. 39 elettrico” hanno dichiarato molti imprenditori. Con uno sguardo di medio periodo invece, secondo le imprese, “serve riformare il mercato elettrico nazionale”. “I costi energetici crescono e impoveriscono le imprese, produttori e grandi venditori di energia continuano a fare profitti al di sopra di qualsiasi logica di mercato” hanno commentato gli imoprenditori. In materia di Ets, poi, secondo le industrie energivore, “servono i correttivi, anche temporanei, per limitare la possibilità si spinte speculative causate da investitori non industriali. Inoltre va sbloccata la compensazione dei costi indiretti che in Italia sembra essersi arenata”. Gli imprenditori hanno chiesto al Governo “interventi immediati per mitigare gli effetti devastanti del costo impazzito del gas naturale”. A loro avviso “sui mercati mondiali occorre valorizzare la risorsa del gas nazionale, sia come risposta congiunturale, mediante una procedura di gas release per il periodo invernale, sia creando un meccanismo temporaneo che allochi quote del gas estratto in Italia in sostituzione di gas importato alle imprese a ciclo termico, impegnate nella decarbonizzazione dei loro processi”.

Il leader della Lega Salvini sostiene le richieste delle imprese, sottolineando l’importanza di calmierare il prezzo del gas. “L’Italia oggi il gas lo prende in gran parte dall’Algeria e dalla Russia. Ne ho parlato con Draghi la settimana scorsa, ne ho parlato questa mattina con Cingolani. In un momento di emergenza come questo, devi calmierare, mettiamola così... Se lo ha fatto la Spagna, non capisco perchè non lo debba fare l’Italia... È un dibattito che va affrontato senza ideologia, senza dei sì o dei no preconcetti...″ ha detto il leader della Lega.

Salvini ha poi ribadito come, a suo parere, il Pnrr non sia attuabile se prima non si interviene sui costi dell’energia. “Il Pnrr con questo costo dell’energia e con il costo delle materie prime non arriva nemmeno alla metà dell’attuazione. Se non si interviene sull’energia resterà sulla carta” ha aggiunto.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.