Savoia, dopo mille anni svolta nella successione
Dopo mille anni di storia, anche per i Savoia è arrivata l’ora di aggiornarsi. I “reali” d’Italia infatti, secondo quanto svelato dal Corriere della Sera, hanno deciso di aggiornare la linea di successione aprendo per la prima volta alla successione alle donne.
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Ad annunciarlo sono stati Vittorio Emanuele e il figlio Emanuele Filiberto: “Addio legge Salica. Oggi sarà comunicato per scritto alle sorelle dopo una telefonata in serata, alla Consulta dei senatori del regno e agli Ordini dinastici, un cambio delle regole di successione che era tempo di aggiornare“.
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Stando alle nuove direttive, dopo Emanuele Filiberto, la prima in linea di successione ora è la figlia 16enne Vittoria.
“In realtà Clotilde ed io potremmo ancora avere un maschio. E di certo era anacronistico, in una società che vuole riconoscere la parità di genere, pensare che in Casa Savoia si discriminassero le donne” ha svelato Emanuele Filiberto.
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Poi ha ammesso che la figlia Vittoria gli “ha chiesto se dovrà studiare di più” data la responsabilità prossima. Questa la risposta di Emanuele Filiberto: “Le ho detto che l’aiuterò. Anche se sogna l’arte, la moda, mentre la piccola Luisa vuole fare la Nunziatella, l’Accademia militare: ha una passione per Esercito, Polizia, Nuclei speciali”.
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“Vittoria con la corona? Mai dire mai e intanto si tratta di guidare verso il futuro un casato con mille anni di storia, gli ordini dinastici, le charities. Poi ci sono i rapporti con gli altri casati: mio padre comunicherà la svolta a case reali regnanti, e non” ha svelato.
La polemica di Emanuele Filiberto
"La Consulta, di cui fa parte anche mio zio Amedeo, è una semplice associazione, non è la Consulta voluta e riconosciuta da Casa Savoia". Così ha parlato il principe Emanuele Filiberto che, interpellato dall'Ansa, ha bollato come "ridicola" e "anacronistica" la presa di posizione della Consulta presieduta da Gianni Stefano Cuttica e Aldo Mola. "Il ramo Aosta ha sempre voluto prendere il posto di Casa Savoia”; ha aggiunto, “ed è un gran peccato e una grande tristezza, perché tutti insieme potremmo fare molto di più".