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Scenario ancora costruttivo per i mercati. Spunti su vari titoli

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Angelo Ciavarella, Head of Global Markets, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

I mercati azionari, tanto americani, quanto europei, mostrano un andamento altalenante. Quali sono le sue previsioni nel breve in vista anche dell'appuntamento odierno con la Fed?

Mi sembra che i mercati azionari in generale siano in una fase leggermente ascendente, specialmente quelli americani, mentre è molto più debole il Dax che si mantiene ancora a distanza da valori visti in precedenza e mi riferisco alle aree dei 13.000 e dei 13.500 punti.

Fino a quando il listino tedesco non romperà con decisione i 12.500/12.600 punti rimarrà ancora inserito nell'attuale canale ribassista. Proprio nella seduta di lunedì scorso, come sottolineato da un articolo del Financial Times, c'è stato il "death cross", ossia l'incrocio della morte, con la media mobile a 50 giorni che ha incrociato quella a 200 periodi sul daily.

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Dopo un segnale del genere teoricamente l'indice Dax dovrebbe accelerare al ribasso, fermo restando che fino a quando non sarà violata la soglia dei 12.500/12.600 punti, la view rimarrà neutrale-ribassista.
In America invece l'S&P500 si manterrà in territorio neutrale-rialzista fino a quando riuscirà a difendere l'area dei 2.670 punti.

Non dimentichiamo che il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) ha segnato nei giorni scorsi nuovi massimi storici e malgrado le vendite delle sessioni successive si mantiene saldamente in un trend rialzista.
In generale non mi aspetto violenti ribassi, ma se l'S&P500 dovesse violare i 2.680/2.670 punti, si potrà assistere anche ad un'accelerazione ribassista.

A Piazza Affari il Ftse Mib si mantiene ancora al di sotto dei 22.800/22.900 punti da lei segnalati nell'ultima intervista. Cosa si aspetta per le prossime sedute?

Il nostro indice non è riuscito a rompere i 22.800/22.900 punti e rimane così inserito in un trend laterale-rialzista. Il giorno successivo alle elezioni politiche il Ftse Mib ha segnato un minimo in area 21.450 da cui ha avviato un bel recupero, arenandosi a ridosso dei 22.900 punti, complice anche il mancato appoggio degli altri mercati.

L'indice delle blue chips potrebbe anche scendere verso i 22.300/22.200 punti, da cui potrebbe ripartire al rialzo e spingersi anche oltre area 23.000. Sarà importante la tenuta dei 22.300/22.200 punti perchè in caso di violazione di tale soglia si rovinerà il quadro tecnico del mercato.
In generale la mia view su Piazza Affari è sugli altri mercati è leggermente positiva, fatta salva la possibilità di qualche rapida discesa degli indici.

Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) continua a mantenersi al di sopra di area 3 euro, mentre Unicredit è ancora distante dalla soglia dei 18 euro. Qual è la sua view su questi due titoli?

Fino a quando Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) riuscirà a mantenersi al di sopra di area 3/2,95 euro, conserverà un'impostazione rialzista anche nel breve periodo. Sopra (Parigi: FR0013101532 - notizie) i 3,2 euro il titolo potrebbe decollare e puntare ai 3,45/3,5 euro, top segnato nell'estate 2015.
Sotto i 2,95/2,9 euro si potrebbe assistere ad una fase di debolezza, tale da spingere Intesa Sanpaolo verso i 2,8/2,75 euro. Il titolo resta in ogni caso poco volatile e mostra un trend rialzista ben delineato.

Un po' diverso il discorso per Unicredit che ha una maggiore volatilità di Intesa Sanpaolo, anche se negli ultimi mesi ha lasciato spazio a movimenti piuttosto contenuti.
Il titolo si gioca poco più di un euro tra i 16,5 e i 17,7 euro e fino a quando non romperà con decisione la soglia dei 18 euro, a mio avviso rimarrà ancora in questa fase laterale, con possibili affondi fino ai 15,7/15,5 euro. Sopra i 18 euro Unicredit sarà da acquistare senza pensarci troppo.

Fca ieri ha dato vita ad un bel rialzo, mentre è sceso CNH Industrial dopo le dimissioni dell'AD. Cosa può dirci di questi due titoli?

Le vicende di CNH Industrial non influenzano al momento Fca che si è spinto nuovamente sopra i 17 euro, dopo un affondo in area 16,6/16,5 euro a inizio marzo.
Il titolo al momento non mi piace molto perchè il trend sembra essere cambiato e pare leggermente in discesa. E' vero che si parla di guerra commerciale i dazi non interesserebbero Fca perchè avendo Chrysler (Xetra: 710000 - notizie) il gruppo non avrebbe problemi con le nuove tariffe imposte da Trump.

Il settore auto però potrebbe risentire un pochino e questo è uno dei motivi che mi induce a stare alla larga al momento da Fca. Valuterei nuovamente il titolo in caso di discese verso i 15,8/15,7 euro, livello che a mio avviso lo renderebbero più interessante.

Il calo di ieri di CNH Industrial è da ricondurre alle dimissioni annunciate dall'AD del gruppo, alle quali si è avuta nel complesso una reazione contenuta. Non dimentichiamo che il titolo ha segnato il suo massimo storico a inizio febbraio in area 12,6 euro, quindi non molto tempo fa.

Ora CNH Industrial potrebbe trovare un bel supporto in area 10,4/10,2 euro e in caso di tenuta di questa potrebbe riprendere la via dei guadagni in direzione dei massimi.
Con la violazione dei 10,4/10,2 euro invece si potrebbe assistere ad una discesa anche veloce verso i 9,5 euro.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore del lusso Moncler proprio ieri ha segnato nuovi massimi di sempre, ma spunti positivi sono stati offerti nelle ultime sedute anche da Salvatore Ferragamo (Londra: 0P52.L - notizie) . Qual è la sua analisi di questi due titoli?

Moncler senza dubbio continua a mostrare forza e ha un'impostazione ben diversa da Salvatore Ferragamo. Quest'ultimo un anno fa si trovava a ridosso dei 29 euro e ora viaggia in area 22,5 euro, mentre Moncler continua a segnare nuovi massimi storici.

C'è una bella differenza di performance tra i due titoli e ciò è da ricondurre anche i differenti giudizi degli analisti e al diverso business model che va molto bene nel caso di Moncler, mentre non si può dire altrettanto per quello di Salvatore Ferragamo.

Sui livelli attuali non acquisterei Salvatore Ferragamo e lo valuterei solo sopra i 23,2/23,3 euro, ma non interverrei neanche su Moncler per il quale sarebbe difficile fissare stop loss adeguati.

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