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Scontro tra orsi e tori: quando e cosa comprare a Piazza Affari

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gabriele Cortigiani, esperto ricercatore dei mercati e autore del sito www.90trading.com .

Le Borse sono entrate nel vivo della nuova stagione degli utili societari Usa, con uno sguardo rivolto alle ormai imminenti elezioni presidenziali in America. Come valuta l’attuale situazione dei mercati azionari e cosa si aspetta nel breve?

Osservando il quadro tecnico del mercato azionario globale possiamo notare come trader e investitori stiano facendo molta fatica nel prendere una direzione ben definita, nonostante questa ottava sia iniziata abbastanza bene. Chiaramente mi sto riferendo al medio termine.

Per quanto riguarda invece il breve termine il primo livello da tenere sotto osservazione, sulla base della mia analisi e del mio punto di vista, è certamente 2.120 sull’SP500.

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Lo stesso vale per Francoforte, che sta chiaramente dimostrando di aver perso “lo smalto” del passato, nonostante l’intonazione di breve sia moderatamente rialzista. Il momento è cruciale e, proprio per questo motivo, dobbiamo osservare la situazione da un’ottica più ampia.

Guardando ad esempio l’andamento del DAX su Time Frame Daily, possiamo vedere come le quotazioni, da questa estate, si stiano trovando in trading range tra i 10.250 ed i 10.750 punti. Questo, sicuramente, ci sta indicando che per il momento la battaglia tra orsi e tori è tesissima e, almeno per il momento, nessuno sta prevalendo sull’altro.

Piazza Affari invece, pur trovandosi in una situazione di lungo termine a dir poco drammatica, risulta essere tra i mercati più interessanti, almeno dal punto di vista tecnico. In area 15.000-15.600 di Ftse Mib si è formata una buona base di appoggio e, oltre a questo, se analizziamo tecnicamente i movimenti dei prezzi è ben visibile come recentemente sia stata rotta al rialzo un’interessante resistenza dinamica, caratterizzata dalla trend-line che si ottiene congiungendo i massimi di dicembre ’15, aprile e giungo ’16.

Suggerisco comunque, per le proprie decisioni operative, di tenere sotto stretta osservazione il mercato americano, vero benchmark dell’equity globale, in vista soprattutto dei prossimi avvenimenti che potrebbero muovere significativamente le quotazioni.
Mi sto chiaramente riferendo alle Elezioni Presidenziali e alla Riunione della FED di Dicembre in occasione della quale, con alte probabilità, potrebbero esser ritoccati i tassi di interesse.

Il primo livello di maggior rilievo ritengo che sia caratterizzato, come ho detto in precedenza, dai 2.120 punti sull’SP500. I motivi sono prevalentemente due: a Settembre e Ottobre si è formato un doppio minimo, sul quale, almeno fino ad oggi, i compratori hanno prevalso sui venditori.

Un’altra variabile da tenere in considerazione, sempre restando in tema di analisi grafica, è contraddistinta dal supporto dinamico rappresentato dalla trend-line che si ottiene congiungendo i minimi di Febbraio e Luglio 2016.

Suggerisco di osservarlo sul Time Frame Settimanale, si vede benissimo. Quindi, per concludere, possiamo dire che sopra i 2.185 potremmo assistere a nuova euforia sul mercato americano che potrebbe accompagnare le quotazioni al rialzo fino agli ultimi giorni di dicembre; viceversa sotto i 2.120, si aprirebbero scenari ribassisti di medio-breve periodo. La positività sul lungo termine, invece, non è ancora in discussione.

A Piazza Affari il Ftse Mib sta provando a riagganciare l’area dei 17.000 punti dopo aver testato in più di un’occasione alcuni importanti supporti. Si aspetta ulteriori progressi per il nostro mercato?

Come ho detto in precedenza l’area tra 15.000 e 15.600 punti rappresenta un buon livello di supporto per l'indice Ftse Mib. E’ probabile che un ulteriore attacco ai 17.000 punti sia propedeutico per vedere tornare a stretto giro le quotazioni intorno a 17.300-17.500, al momento, almeno sul breve termine, non vedo ulteriori target.

Da professionisti quali siamo dobbiamo necessariamente tenere in esame e dare maggior importanza al fattore del rischio rispetto al fattore beneficio. Conseguentemente suggerisco di guardare ad area 16.000, perché se rotta al ribasso si andrebbero a creare condizioni preoccupanti in ottica ribassista, almeno sul breve termine.

Guardando invece più in profondità il quadro tecnico del nostro FTSE MIB, da segnalare la trend line ribassista che si ottiene congiungendo i massimi di Marzo, Aprile e Giugno, la quale ha caratterizzato i massimi più importanti del 2016.

Prima di prendere posizioni rialziste sul Piazza Affari vorrei assistere ad un breakout deciso al rialzo della resistenza dinamica appena citata, un successivo pullback sulla trend stessa e, infine, il superamento del massimo relativo precedente. Questo il mio piano di battaglia, caratterizzato dalla cosiddetta “situazione ideale”. Se non dovesse verificarsi nessun problema, starò a bordo campo concentrandomi su altri mercati.

A Piazza Affari i bancari e gli assicurativi stanno offrendo degli spunti interessanti in queste giornate. A quali titoli di questi due comparti consiglia di guardare in particolare ora?

Pur trattandosi di settori che, sul medio termine, si stanno trovando in fase laterale, se guardiamo le ultime due settimane, prendendo soprattutto come punto di riferimento il minimo del 30 settembre, possiamo notare come il settore bancario stia mostrando una forza relativa leggermente superiore rispetto ai titoli legati al settore assicurativo. Dovessi scegliere un titolo bancario ed un titolo assicurativo non avrei dubbi: Mediobanca e Unipol.

Mediobanca avrebbe già fatto scattare un segnale positivo dopo il superamento del massimo a 6,275 euro battuto il 12 ottobre scorso. Ci sono buoni margini per vedere tornare le quotazioni a riattaccare area 7 euro per azione, naturalmente il primo livello di exit-strategy, per un’operazione “mordi e fuggi”, è caratterizzato dal minimo di swing formato venerdì scorso, indicativamente in area 6 euro per azione.

Anche Unipol sta mostrando una buona intonazione, ma considerata la fase di trading range che si è formata negli ultimi 2-3 mesi ritengo che sia auspicabile attendere che le quotazioni escano con decisione da questo rettangolo, stazionando per almeno 3-4 sedute sopra 2,625. Una chiusura weekly sopra tale livello offrirebbe certamente un segnale positivo per il titolo.

Visti i recenti progressi dei prezzi del petrolio, consiglierebbe di puntare su alcuni titoli del settore oil a Piazza Affari?

Comparando la forza relativa tra le azioni legate al petrolio come Eni, Enel, Ternaris e Saipem, all’andamento del future su Crude Oil, possiamo notare come questi titoli abbiano una forza relativa nettamente inferiore rispetto all’ “oro nero”. Questa informazione ci deve mettere in guardia, perché un’eventuale “storno” sul Petrolio, non da escludere visti i recenti massimi decrescenti delle ultime sedute, potrebbe portare ribassi piuttosto marcati sui titoli azionari italiani legati a questo comparto.

E’ questo il motivo principale per il quale non mi sentirei di consigliare titoli del settore oil quotati a Piazza Affari, ma suggerirei di guardare oltre, come ad esempio ai titoli dello stesso settore quotati in Gran Bretagna che, grazie alla svalutazione della sterlina, stanno mostrando un’intonazione rialzista nettamente migliore rispetto ai nostri.

A livello intermarket ci sono degli aspetti che vuole segnalarci in particolare? A cosa consiglia di guardare nel breve?

Ultimamente, come ho risposto alla domanda precedente, sto tenendo sotto osservazione l’andamento della Sterlina. Dopo il Referendum sulla Brexit, che ha visto prevalere il “leave” a discapito del “remain”, la valuta Inglese si è svalutata di circa il 17-18% rispetto al Dollaro USA e di circa 15 punti percentuali nei confronti dell’Euro.

Questa forte svalutazione sta permettendo a molte aziende quotate nel Regno Unito di esportare verso l’estero ad un cambio favorevole per i clienti stranieri. Tutto ciò è stato conseguenza della crescita degli utili previsti e, grazie alle leggi universali di causa-effetto, molti titoli sono schizzati al rialzo, soprattutto quelli legati al settore energetico, petrolifero e minerario.

Ritengo, perciò, che se il cambio dovesse restare sugli attuali livelli è probabile che nel breve-medio termine molti titoli del FTSE100 possano continuare a dare buone soddisfazioni.

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