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Lo scossone del Nikkei pesa anche su Wall Street

Lo scossone del Nikkei pesa anche su Wall Street

I ribassisti sono pronti a tornare sulla scena a Wall Street dove si prevede un avvio all'insegna delle vendite, I futures sui principali indici viaggiano tutti in rosso e vedono il contratto sull'S&P500 in calo dello 0,65%, seguito da quello sul Nasdaq100 che arretra dello 0,36%.
Il mercato non ha dato vita a particolari reazioni dopo la diffusione dei due dati macro di oggi che hanno restituito un quadro a due velocità.

Nell'ultima settimana le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono state pari a 257mila unità, in rialzo di 9mila unità rispetto alla lettura precedente rivista leggermente al rialzo da 247mila a 248mila unità. L'indicazione odierna si è rivelata leggermente migliore delle previsioni degli analisti che si erano preparati ad un rialzo a 259mila unità.

A deludere è stato il dato preliminare del Prodotto Interno Lordo che nel primo trimestre ha evidenziato una variazione positiva dello 0,5%, in frenata rispetto al rialzo dell'1,4% registrato negli ultimi tre mesi del 2015. Il dato ha deluso le attese della comunità finanziaria che aveva messo in conto un incremento più marcato dello 0,8%.

Ad appesantire il sentiment degli investitori è la delusione arrivata dal Giappone dove la Banca Centrale ha deciso di lasciare invariata l'attuale politica monetaria.
Una mossa che ha scatenato un'impennata dello yen nei confronti del dollaro che ora passa di mano a quota 108,35, ma il biglietto verde perde terreno anche rispetto all'euro che sale verso area 1,134.

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Si spinge leggermente in avanti il petrolio che sale verso i 45,5 dollari al barile, mentre l'oro avanza con più decisione portandosi al di sopra dei 1.254 dollari l'oncia.

Tra i vari titoli da seguire Ford Motor (Londra: 0P4F.L - notizie) che ha chiuso il primo trimestre con un utile in rialzo da 1,2 a 2,5 miliardi di dollari, riportando un risultato per azione pari a 0,68 dollari, al di sopra dei 46 cents attesi. Bene (Londra: 0N6T.L - notizie) i ricavi che sono stati pari a 37,7 miliardi di dollari, superando i 35,6 miliardi previsti dagli analisti.

Buone notizie anche per Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) che nei primi tre mesi dell'anno ha visto l'utile netto passare da 512 milioni a 1,51 miliardi di dollari, con un risultato per azione che, al netto delle voci straordinarie è stato pari a 0,77 dollari, al di sopra dei 62 cents messi in conto dalla comunità finanziaria. I ricavi sono aumentati del 52% a 5,38 miliardi di dollari, poco sopra i 5,3 miliardi del consensus.

Sempre in tema di risultati societari segnaliamo che a mercati chiusi i riflettori si accenderanno sui numeri di Amgen (Xetra: 867900 - notizie) e di Amazon.com (NasdaqGS: AMZN - notizie) che dovrebbero riportare un eps pari rispettivamente a 2,6 e a 0,58 dollari, mentre per i conti di LinkedIn si prevede un utile per azione pari a 0,6 dollari.

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