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Se l'operaio non ha la Fiat non parcheggia. E fuori dall'azienda fioccano le multe

Fiat parcheggiate (AP Images)
Fiat parcheggiate (AP Images)

Gli operai della Sevel di Atessa, azienda che lavora a strettissimo contatto con il gruppo FCA e con il gruppo PSA (Peugeot e Citroën), hanno una regola piuttosto chiara: se si ha una macchina che non fa parte di questi due gruppi, non si può parcheggiare nel piazzale interno. E qui nascono i problemi.

Ad Atessa c’è la più grande catena di montaggio europea per la produzione del Ducato e di altri veicoli commerciali leggeri, e proprio la Sevel ha deciso nel 2014 di riservare il proprio piazzale interno solo a chi ha acquistato un auto del gruppo FCA o PSA. Tutti gli operai auto-muniti con altri marchi devono parcheggiare fuori, con un altissimo rischio di multe.

Fuori c’è il far west: alla mattina tutti gli altri accorrono per accaparrarsi i parcheggi “legali”, altri trovano soluzioni creative, e poi ci sono quelli che parcheggiano dove capita, piuttosto che arrivare in ritardo a timbrare il cartellino. Il piazzale interno è per larghi tratti vuoto (sintomo del fatto che la clausola contrattuale sul parcheggio non ha invogliato gli operai a scegliere certi modelli).

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Le ultime multe sono arrivate durante i ponti festivi più recenti. La Fim-Cisl ha contestato la clausola, e ha chiesto alla Sevel un incontro urgente: “È l’ennesimo episodio spiacevole di multe contro dei lavoratori, avvenuto nella settimana corta, dopo il ponte infrasettimanale, con le maestranze che non hanno usufruito dei mezzi pubblici perché non conveniente. La nostra denuncia non vuole giustificare gli abusi degli automobilisti, ma prendere le distanze da questo sistema, visto che i lavoratori della Val di Sangro, dove sorge la Sevel, per andare al lavoro sono costretti a viaggiare su vere e proprie mulattiere, strade senza illuminazione, con erbacce che invadono le carreggiate. Da anni alla Sevel i veicoli con marchio diverso da Fiat e Psa non possono parcheggiare dentro lo stabilimento, e a breve la questione sarà accentuata, con i nuovi arrivi dei trasfertisti nelle prossime settimane“.

A peggiorare il tutto, c’è il dito puntato contro il trasporto pubblico: non sarebbe adeguato né come orari né come capillarità. Inoltre le auto parcheggiate fuori sono alla mercé dei ladri, con quattro auto rubate al mese, come punta massima.

Sui social scrivono: “Ma allora facessero tutti così, lavorare per la Ferrari significherebbe indebitarsi per parcheggiare?”; “Chi produce maglie di lana non può indossarle di cotone?”. Altri invece scrivono: “lavori per la Fiat, prendere una macchina di altri è controproducente”.

La replica di FCA? “Le multe che sono state elevate nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine erano relative a gravi casi di intralcio e pericolo alla viabilità. Nella zona, a distanze non eccessive, si poteva parcheggiare regolarmente. Anche oggi l’Azienda, che sul fronte dei parcheggi adotta soluzioni analoghe ad altri Competitors ed è da sempre impegnata in tutti i propri impianti a trovare le migliori soluzioni sul fronte dei trasporti, è intervenuta a sostegno dei dipendenti per evitare che fossero elevate multe dalle forze dell’ordine: coloro che avevano creato situazioni di pericolo sono stati rintracciati all’interno, evitando così le sanzioni“.

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