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Senza Alcun Dato Previsto per Oggi, i Rischi Geopolitici Guideranno il Dollaro e la Sterlina

Oggi sarà una giornata dura per i mercati, dato che, secondo il calendario economico, non sono previsti dati ai quali poter reagire nel corso delle sessioni europea e statunitense; lo scenario renderà le divise soggette ai rischi geopolitici e al posizionamento dei trader in attesa degli incontri della Fed di questa settimana a Jackson Hole, nello Wyoming, dove è previsto un intervento anche del Presidente della BCE, Mario Draghi.

Sul fronte della banca centrale, i mercati hanno risposto alle notizie della scorsa settimana in cui il Presidente della BCE ha dichiarato le proprie intenzioni di non voler parlare della politica monetaria, con l’euro tornato al livello degli 1,17$, suggerendo così che il programma di stimoli all’economia potrebbe proseguire oltre il breve periodo. Persistono le preoccupazioni per un rialzo dell’euro e gli 1,19$-1,20$ non saranno livelli ai quali la BCE si sentirà a proprio agio e ciò potrebbe portare a un’estensione del programma, nel caso che il dollaro non dovesse riuscire a recuperare terreno nelle prossime settimane.

Dal resoconto dell’ultimo incontro del FOMC, c’è stata quale delusione per la mancata volontà della FED di stabilire una data di inizio della riduzione del proprio bilancio, senza dire della preoccupazione dei componenti del FOMC per il fatto che l’inflazione non è riuscita a raggiungere l’obiettivo del 2% agognato dalla FED. Mentre la linea morbida tenuta dalla banca centrale continua a essere un problema per il dollaro, le notizie che usciranno da Capitol Hill probabilmente saranno il fattore trainante per il resto dell’anno, soprattutto per la ridotta probabilità di un innalzamento dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno, dopo l’ultimo operato lo scorso giugno.

Gli incontri di Jackson Hole di questa settimana saranno guidati dalla Yellen, Presidente della FED, che nelle ultime settimane si è spostata su una posizione di politica monetaria più morbida, avendo visto in precedenza l’inflazione debole non come un problema, essendo determinata da alcuni fattori esterni. I commenti nel corso della settimana certamente avranno un’influenza sul dollaro, dato che i mercati cercano qualunque indizio che possa almeno dare un’indicazione sull’inizio di una riduzione del bilancio, considerando un’eventuale indicazione sui tassi d’interesse come un bonus.

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Le preoccupazioni sulla capacità dell’amministrazione statunitense di portare a termine le politiche di crescita è un altro fattore che dovrà essere valutato, visto che questa gestione continua a monopolizzare l’attenzione delle notizie di stampa. Dopo e dimissioni di Bannon della scorsa settimana, ci sono state voci di un possibile abbandono del Segretario del Tesoro, Mnuchin, per protesta ai commenti del Presidente americano sui fatti violenti a Charlotteville, del fine settimana precedente, e sebbene Mnuchin abbia resistito alle richieste di dimettersi, qualsiasi ulteriore abbandono d’incarico sarà visto come un’implosione di questa amministrazione.

Nel momento in cui scriviamo, l’indice del dollaro a pronti è in rialzo dello 0,08%, ai 93,506, riscontrando un supporto dai dati resi noti venerdì sulla fiducia dei consumatori in agosto, mentre l’euro fa un passo indietro, in ribasso dello 0,16%, agli 1,1742$.

Oltreoceano, nel corso della giornata la situazione potrebbe farsi interessante per la sterlina, in attesa che il governo britannico indichi le proprie posizioni su un numero di aree oggetto di negoziazione con l’Unione Europea; oggi verranno rese noti due documenti, che si prevede possano fornire indicazioni su come la Gran Bretagna intende gestire le informazioni confidenziali dell’Unione Europa e un documento sulle merci della catena di forniture sul singolo mercato. Mentre abbiamo visto la sterlina fare un rally, quando Theresa May ha stabilito il piano d’azione per la Brexit alla fine dello scorso anno, questa volta le cose potrebbero rivelarsi differenti e come si comporterà la sterlina, dopo il tonfo della scorsa settimana, sarà determinato dalla risposta dell’Unione Europea ai suddetti documenti, essendosi finora dimostrata troppo ricettiva nei confronti delle aspirazioni britanniche. Inoltre, non dobbiamo dimenticare la catastrofe elettorale che ha fatto fare una figuraccia al partito conservatore.

Nel momento in cui scriviamo, la sterlina mostra un ribasso dello 0,08%, agli 1,2860$, debolezza determinata dalle attese sui piani per la Brexit che verranno resi noti oggi.

E’ interessante notare che, nonostante le esercitazioni militari congiunte nella penisola coreana da parte della Corea del Nord e degli Stati Uniti, i mercati non se la sono data a gambe, con lo yen che inizia appena a guadagnare contro il dollaro, nell’ultima parte della sessione asiatica, essendo i mercati fin troppo consapevoli che basterebbe premere un bottone per far riprendere l’avversione al rischio e la Corea del Nord che è in grado di fare un test missilistico nel giro di un batter d’occhio.

Nonostante il sentimento negativo nei confronti del dollaro, questa potrebbe essere una giornata positiva per la moneta statunitense, con la sterlina e l’euro sotto pressione e la possibilità che l’avversione al rischio offra un supporto sia al dollaro che allo yen nel corso di questa settimana, sebbene tutti i profitti andrebbero perduti se oggi l’amministrazione americana dovesse sorprendere i mercati.

This article was originally posted on FX Empire

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