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Settimana oscura sui mercati: titoli e target da monitorare

Piazza Affari sempre più vittima dell'atmosfera opaca che è presente sui mercati europei, il tutto mentre dagli Usa continuano a registrarsi record storici. Quali le strategie da mettere in campo adesso? La risposta arriva da Stefano Masa Head of QuantInvest® Research & Analysis Department.

Settimana di tensione sugli spread in tutta Europa e in Italia in particolare. Torna la paura per gli investitori?

La settimana appena conclusa ha visto registrare un nuovo record per la piazza a stelle strisce americana mentre - nel vecchio continente - i saldi si sono attestati pressoché sulla parità. Una parentesi a parte sono i paesi periferici dell’area euro (principalmente Italia, Spagna e Grecia) che vedono – anche se di modeste entità – un segno rosso al termine della loro rispettiva ottava. Questi ultimi si sono distinti maggiormente per l’incremento dello spread sui loro titoli di stato rispetto al Bund ma quest’ultima notizia – appare ormai – come “non notizia” in quanto, con gli attuali modesti livelli di rendimento impliciti nel decennale tedesco, ogni impercettibile variazione di prezzo coincide e coinciderà sempre più inevitabilmente ad un ampliamento della forchetta tra lo yield tedesco rispetto a quello dei vari paesi a suo confronto. Molto probabilmente assisteremo più di frequente ad un inasprimento del “fattore spread” rispetto al passato ma questo elemento è da considerarsi soggetto più a valutazioni di carattere matematico (dovuto ad una differenza che vede i rendimenti della Germania pressoché prossimi allo zero) che di natura strutturale del rischio paese oggetto di comparazione. Esemplificando quest’ultimo concetto per il nostro paese: avere attualmente uno spread di poco superiore a 200 punti, non può (e pertanto non deve) essere un fattore di preoccupazione per un eventuale rischio-sistemico-Italia; è ovvio il pagamento maggiore degli interessi che lo Stato dovrà sostenere ma è anche doveroso sottolineare il risparmio finora sostenuto dalle casse dell’erario in occasione dei recenti bassi livelli di rendimento riconosciuti al sottoscrittore di titoli di stato.

Quali sono stati i più importanti market mover della settimana appena trascorsa sui mercati?

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Per l’imminente futuro è opportuno sottolineare l’importanza della diffusione del “phenomenal tax plan” preannunciato dal Presidente Trump che - fatta eccezione per la retorica dell’annuncio - sarà significativo approfondire i singoli temi che favoriranno (o dovrebbero favorire) le aziende americane. Sulla carta questo provvedimento avrà un impatto positivo diretto sui conti delle società soprattutto in chiave di utile finale di esercizio. Un probabile incremento di quest’ultimo - in forma pressoché generalizzata - che vedrà come beneficiarie i principali soggetti dell’economia Usa. Qualora l’intero piano sarà messo in atto, si potrà assistere a future stagioni di trimestrali caratterizzate da più incognite sul fronte delle stime da parte degli analisti: ad un maggiore utile corrisponde molto spesso una maggior libertà di azione da parte del management sia dal punto di vista della distribuzione del dividendo sia – soprattutto – sul fronte degli investimenti che, tenuto conto degli attuali livelli dei prezzi, potrebbero - di fatto - innescare un processo di involuzione aziendale (tempi di “rientro” sugli investimenti effettuati ben più lunghi rispetto al passato).

Altro appuntamento da monitorare sarà il prossimo 20 febbraio, data in cui i Lords inglesi, inizieranno il loro esame sul testo “pro-brexit”. Lo scontato parere positivo da parte dei Comuni ha trasferito alla camera alta il compito di poter concludere l’iter previsto al fine di potersi appellare all’art. 50 quale “ultimo” atto formale per l’uscita dall’Unione Europea. I membri dell’House of Lords sono principalmente caratterizzati da sentimenti contrari alla Brexit ma - nonostante il loro ”esser contrario” - appare comunque probabile un consenso finale per non contraddire l’esito popolare dello scorso 23 giugno. Ad una secca bocciatura è invece molto più auspicabile un intervento di modifica all’attuale struttura: un “miglioramento” come viene più volte definito il prossimo esame.

Possibile fare un riepilogo della settimana trascorsa dal FTSE MIB e le eventuali prospettive sull'indice italiano?

L’ottava italiana si è caratterizzata per una prima seduta verosimilmente uguale a quella della precedente settimana: un caso non molto frequente che evidenzia come i livelli di entrambe le sedute possano rappresentare soglie fondamentali da monitorare in ottica di prossimo sviluppo tecnico dei prezzi: il supporto corrispondente ad area 18.749 – 18.693 è stato toccato e superato al ribasso nella giornata successiva (in entrambi i casi individuati) così come il massimo daily delle stesse sedute ha trovato una resistenza pressoché identica in area 19.247 – 19.167 punti. Le future dinamiche di prezzo hanno fatto registrare un maggior apprezzamento per la settimana del 30 gennaio rispetto a quest’ultima appena conclusa (la chiusura di venerdì scorso è inferiore rispetto a quella corrispondente ma della settimana precedente).

Come già evidenziato, rimane confermato il monitoraggio della soglia posta a quota 18.710,52 punti: un suo mancato supporto riporterebbe i corsi fino al primo test di 18.335 con successivo deterioramento dell’intero quadro generale qualora non si verificasse un pronto rimbalzo; la soglia target più verosimile in caso di mancato pull back è in corrispondenza di 17.956,23 punti.

Scenario positivo solo in caso di ritorno dei prezzi sopra quota 19.487,40 con obiettivo di brevissimo termine a 19.810,77.

Quali i titoli da monitorare?

Da un’attenta analisi empirica sulle probabili escursioni future di prezzo - in base a modelli quantitativi proprietari – si riporta l’attenzione sul rapporto esistente tra la massima percentuale di potenziale apprezzamento rispetto a quella di un eventuale perdita: l’opportunità di conseguire un upside dei corsi su base settimanale è di poco inferiore all’1,47% mentre il potenziale downside è più esteso ad un valore pari al 2,47%. Con scenari di questo tipo è consigliabile un approccio “conservativo” sul mercato azionario e - come spesso accade – è bene impostare una “strategia composta” con obiettivo di esposizione market neutral a fine giornata del proprio portafoglio. Senza entrare troppo nel dettaglio in questo spazio a me dedicato, rimando le specifiche tecniche per la costruzione di tale strategia al prossimo appuntamento. Posso fin da subito anticipare ai lettore che non si tratta di un impiego di strumenti derivati quali Cfd, Opzioni o Futures ma “semplicemente” una posizione di acquisto che non richiede nessun versamento di margini a fine giornata.

Per questa settimana e con orizzonte temporale estendibile alla prossima ottava è comunque opportuno monitorare i seguenti titoli: A2A (EUREX: 928195.EX - notizie) in ottica di raggiungimento del target posto a quota 1,338 €; Atlantia (Londra: 0I2R.L - notizie) che, in caso di superamento di area 22,082 € potrebbe riportarsi in direzione di 22,51 € (prima) e a 22,746 € (dopo). Un potenziale spunto in chiave di brevissimo periodo si può riscontrare in Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) : il superamento di 17,12 € agevolerebbe un upside fino a quota 18,015 €. Il titolo Brembo rimane ancora interessante con potenzialità di crescita fino al superamento di soglia 63,50 €.

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