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Sharing.it, il sito dove condividere tutto a pochi km da casa

Sharing.it

Di sharing economy o, detto all’italiana, economia collaborativa ultimamente avete sentito parlare spesso. Così come di siti in cui è possibile scambiare, condividere, utilizzare lo stesso servizio o lo stesso oggetto insieme ad altre persone. Esiste però un sito che ottimizza tutte le ricerche e consente di trovare senza fare troppo giri in Rete cosa si sta cercando.

Si chiama sharing.it ed è la messa in pratica di un’idea venuta in mente a due ragazzi, Alessandro Ceratti e Paolo Vassallo, under 30, che già di loro condividono da 16 anni un’amicizia forte fatta di passioni, viaggi ed esperienze.  “Così visto che pensiamo che la condivisione sia un’attitudine genetica più che una moda abbiamo deciso di creare su questo concetto una vera e propria start up”.

Sharing.it, se date un’occhiata sul sito, è suddiviso in categorie, si basa sulla geolocalizzazione e consente tramite questa di cercare il servizio/prodotto che interessa di più. I servizi possono essere gratuiti o a pagamento. Ad esempio, da sempre interessata ad avere una macchina fotografica, ho provato a cercare una reflex e ho trovato nella mia città chi la noleggia  a 25 euro al giorno e abita a 2 km da me. Ma lasciamolo spiegare meglio ai creatori.

Come funziona Sharing.it?
Un utente può offrire qualcosa in condivisione oppure cercarla. Nel primo caso, ipotizzando di voler affittare la mia bicicletta per il week end, non devo far altro che registrarmi al servizio, creare il mio profilo e caricare un annuncio che esprima tutti i dettagli dell’offerta (prezzo, orari, descrizione della bici e ovviamente, dove si trova. Se invece sono in cerca di una bici per il week end non devo far altro che localizzare la mia ricerca direttamente dalla homepage, digitando “bicicletta” , “prodotti” , “Milano” (per esempio). Il sistema restituirà i risultati di ricerca più vicini a me o , se si preferisce, ordinandoli per prezzo / rilevanza / data di caricamento ecc... Una volta scelto l’annuncio, lo si deve prenotare direttamente sul sito, per fruire delle garanzie di pagamento e affidabilità del servizio. Il resto dell’esperienza di condivisione, questo è il bello, avviene nella vita reale, dove le controparti, il cui livello di affidabilità è inquadrato da un algoritmo chiamato trust score e che giudica l’affidabilità della persona, si incontrano... Le categorie e i settori ad oggi individuati cercano di abbracciare, e restituire in modo ordinato, l’intero universo rientrante nel campo della sharing economy e di cui ci siamo fatti un quadro completo grazie a diversi studi di settore effettuati in fase di progettazione”.

Lo penserà sicuramente chi legge e il dubbio è lecito: in cosa si differenzia Sharing.it da altri siti in cui ad esempio si possono trovare altri annunci simili? E come è venuto in mente?
“L’idea nasce dal nostro desiderio di dare una risposta al bisogno, sempre più crescente nel mondo di oggi, di trovare un modello di consumo più smart, che non sia basato solo sulla semplice proprietà di un oggetto. Lo scambio e la condivisione di prodotti e servizi è una risposta appagante per chi, trasformando la proprietà da un qualcosa di personale a un servizio acquistabile, decide di condividere realizzando un piccolo guadagno o risparmio, ma soprattutto conoscendo nuove persone. Quello che cambia non è il 'cosa' viene consumato, ma il ‘come’. Questo fenomeno, chiamato sharing economy, dà vita a un movimento differente rispetto al modello attuale, perché una persona che condivide il proprio tempo o competenze offrendo, ad esempio, ripetizioni private, potrebbe essere interessata a qualcos’altro offerto da un suo studente e così via, innescando un processo virale che autoproduce nuova offerta nella community, giorno per giorno".

E in cosa vi differenziate voi dagli altri?
“Su sharing.it a proporre gli oggetti e i servizi non sono operatori professionisti, ma semplici persone. La logica di condivisione peer to peer nasce negli Stati Uniti e dall’ultimo anno a questa parte sta cominciando a diffondersi anche in Europa, e in Italia siamo fra i primi promotori del consumo collaborativo. Al momento stanno nascendo community specializzate solo sui prodotti o sui servizi, mentre il nostro approccio, unico, è quello di proporre a 360 gradi la condivisione di prodotti, servizi e persino attività. Un altro importante elemento di diversificazione è la geolocalizzazione. La nostra tecnologia riconosce la localizzazione del browser attraverso il quale si sta navigando e ripropone i risultati di ricerca geolocalizzati attorno all’utente, per offrire un'esperienza di condivisione che sia sì “digitale” ma soprattutto reale, realizzata nella vita di tutti i giorni. Infine offriamo un’esperienza piena e ottimizzata su tutti i device, desktop e mobile”.

Cosa pensate dell'economia collaborativa? È una tendenza, un fenomeno passeggero o cosa?
“La direzione è sicuramente questa, la condivisone 'dal basso' produce effetti benefici non solo sulla vita delle persone, in termini di vantaggi economici e sociali, ma aiuta anche ad avere un atteggiamento rispettoso verso l’ambiente. Il consumo e la produzione di nuove risorse implica inevitabilmente il processo di erosione e consumo dell’ambiente in cui viviamo, che il consumo collaborativo abbatte. Non pensiamo sia una moda, ma un nuovo modo di vivere, che è emerso oggi in proporzioni così ampie, grazie alla tecnologia, che, disintermediando, collega le persone. E la tecnologia migliorerà sempre, garantendo così sempre una migliore esperienza e fruizione”.

Sharing.it chi ha dietro oltre voi? Come la finanziate?
“Oltre a noi, hanno investito alcuni imprenditori attivi anche nel seed capital israeliano, che hanno accolto la nostra mission e deciso di credere nel progetto”.

Essendo ancora in beta, cosa prevedete per il futuro?
“Siamo nati 3 mesi fa e abbiamo già 4mila utenti, ma siamo ancora in fase beta perché il prodotto ha bisogno di essere studiato e affinato, anche grazie alla collaborazione degli utenti, che non soltanto condividono prodotti, servizi e attività, ma partecipano attivamente mandandoci feedback utili a migliorare la user experience. Nel giro di qualche mese lanceremo nuovi servizi, per rendere la condivisione sempre più completa, sicura e appagante per i nostri utenti”.