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Si, ma il dollaro?

Negli ultimi giorni mi sono state poste molte domande a proposito della debolezza del dollaro e sorprende che mi si rivolga domande alle quali nemmeno un indovino potrebbe rispondere. Peraltro del tutto sganciate dalla logica e dalla razionalità che dovrebbero governare una buona diversificazione di portafoglio. L'apprezzamento del dollaro sarebbe stato coerente con uno scenario caratterizzato da dati macro Usa robusti, tali da giustificare un rialzo dei tassi, magari nella scorsa riunione della Fed di due settimane fa. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo trimestre i dati macro provenienti dagli Usa sono stati deboli.

LEGGI: FRENA BRUSCAMENTE LA CRESCITA USA

DOVE STA ANDANDO L'ECONOMIA USA

Di conseguenza è svanita (almeno per ora) la possibilità di tassi più alti. Contrariamente, i dati sulla ripresa dell'eurozona mostrano segnali di maggiore "vivacità" economica.

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Come già scritto, si consideri anche che la Fed difficilmente potrà aumentare i tassi nella riunione del 14 e 15 giugno, visto che dopo una settimana si voterà per il Brexit in Gran Bretagna e subito dopo in Spagna, che è ancora senza governo. Questa prospettiva (cioè tassi fermi) è compatibile con dati non esaltanti (o comunque deboli) sul fronte macro. E' ovvio che se dovessero irrobustirsi (come potrebbe essere plausibile), lo scenario potrebbe cambiare.

Dopo giugno, la prima riunione utile per agire sui tassi è quella del 20 e 21 settembre, e quella successiva è a metà dicembre. In mezzo ci saranno le presidenziali USA. Di conseguenza i mercati stanno prezzando la prospettiva di un nulla di fatto, da parte della FED, nei prossimi mesi.

Fatta questa premessa, se il dollaro debole è motivo di preoccupazione in riferimento ai vostri investimenti, evidentemente è perche avete sbagliato asset allocation o diversificazione, oppure siete stati consigliati male. Se da un lato la debolezza del dollaro incorpora la possibilità di conseguire delle perdite per chi è investiti in questa valuta, dall'altra sostiene anche tante altre asset class che stanno facendo molto bene, come ad esempio i Paesi emergenti e le materie prime. Chiarito ciò, voi potete sempre vivere nutrendo la speranza ( o meglio l'illusione) che esista un fenomeno (che non esiste) che vi faccia entrare in un mercato prima che questo salga o che vi faccia uscire prima che inizi la discesa. Ma realtà è ben diversa.

Ciò precisato, chi scrive ritiene che il dollaro, nonostante la debolezza espressa in questi giorni (o anche quella futura, eventualmente), costituisca comunque un asset class irrinunciabile in un portafoglio (eventualmente si può sottopesare, ma non escludere) come lo sono anche altre attività che, orchestrate e ponderate con il giusto equilibrio, devono restituire portafogli robusti, ben diversificati e quanto più possibile decorrelati, in modo che resistano agli scenari più avversi che potrebbero colpire una o più asset class considerate in portafoglio.

Se non si capisce questo semplice concetto, si è condannati a perdere soldi. Quindi non ci si può lamentare.

Nelle settimane scorse, peraltro, ho pubblicato dei post nei quali sono rappresentate le posizioni speculative sulle varie valute (leggi QUI ). Di seguito, sempre da Saxo Bank, potete consultare l'ultimo aggiornamento disponibile.

Come potete osservare il dollaro Usa continua ad essere venduto, con forti acquisti di EUR, GBP, AUD e CAD. Un'esposizione ribassista sul dollaro di tale portata è stata vista l'ultima volta nel mese di aprile/ maggio 2014.

Autore: Paolo Cardenà Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online