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Si profila una stretta per movida e discoteche

(Pixabay)
(Pixabay)

Con oltre 500 nuovi casi nelle ultime 24 ore e 925 focolai attivi, la curva dei contagi in italia continua a salire e preoccupa il governo. Si profila una stretta sulla movida in vista di Ferragosto per fermare l'avanzata del virus ed evitare che la situazione sfugga di mano (altri Paesi europei come la Spagna sono messi peggio di noi, con 3mila contagi in un giorno).

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"Se i numeri non cambiano sarà inevitabile" un freno alla movida selvaggia - afferma il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia intervistato su La Stampa - "la prossima settimana si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le regioni". "Con i colleghi Speranza e Patuanelli abbiamo fatto un discorso chiaro alle regioni - prosegue il ministro - le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione". Ma con il decreto del 16 maggio si era deciso di lasciare comunque alle regioni la possibilità di valutare l'opportunità di far riaprire, rispettando certe condizioni. Ai governatori "Noi gli diciamo: siete autonomi, assumetevi le vostre responsabilità".

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"Purtroppo i numeri non ci confortano, non tanto sul territorio nazionale, quanto sul fronte internazionale - spiega Boccia - Noi stiamo ovviamente molto meglio degli altri paesi europei, ma il virus circola, e dobbiamo tenere alta la guardia". Di qui il cambio di strategia. "Ma in fondo anche loro - i proprietari e i gestori dei locali - si aspettano che non si regga aperti tutto il mese", assicura Boccia, spiegando che il dialogo con i rappresentanti della categoria, che in Italia conta 3800 realtà imprenditoriali, lo segue il collega Patuanelli: "Le sigle sindacali si sono dimostrate molto responsabili - spiega - Se si arriverà alla chiusura, è chiaro che si aprirà un'altra questione, quella dei sussidi pubblici al settore, e in quel caso andremo dal buon Gualtieri e cercheremo di capire cosa si può fare", ha aggiunto Boccia.

Sul tema discoteche il dibattito all'interno dell'esecutivo e fra governo e Regioni (che al momento si stanno muovendo in ordine sparso) è aperto. Soltanto giovedì Pierpaolo Sileri, Vice Ministro della Salute, al microfono di Andrea Ferro su Radio 24, ha dichiarato: "Le discoteche possono rimanere aperte, con i numeri del contagio che abbiamo oggi. E' chiaro che se si dovesse verificare un focolaio partendo da una discoteca, quella discoteca dovrà essere chiusa". "Non proporrei attualmente una norma a livello nazionale per la chiusura delle discoteche perché non ce n'é davvero ragione. - proseguiva Sileri - Meglio invitare i giovani a scaricare l'applicazione Immuni perche' e' vero che le discoteche hanno l'obbligo di registrare quelli che entrano, ma immaginate un positivo in una discoteca con 400 o 500 persone: come fai a rintracciare tutti in tempi rapidi tali da evitare una ripresa con altri focolai satellite?".

In tutto questo, da valutare l'impatto economico di una eventuale chiusura dei locali da ballo e le relative ripercussioni su imprenditori e lavoratori del comparto. Le discoteche, come ricorda "il Giornale" - "sono una voce importante dell'industria del divertimento e generano ogni anno, secondo una ricerca della Fipe, un volume d'affari di 4 miliardi di euro, che rappresenta il 20 per cento del volume d'affari dell'intera 'economia della notte'".