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Si può licenziare per malattia? In due casi sì

(Photo by Oli Scarff/Getty Images)
(Photo by Oli Scarff/Getty Images)

Chi si ammala non può essere licenziato. La legge, però, prevede due casi in cui il dipendente può perdere il posto di lavoro. Nel caso in cui l’assenza supera la durata massima prevista dal contratto collettivo o se, benché l’assenza sia inferiore a tale limite, essa comporti un grave pregiudizio per l’organizzazione dell’azienda. Come spiegato dal portale laleggepertutti.it, la prima causa è detta “superamento del comporto”, ed è regolata dai contratti collettivi nazionali. La seconda possibilità di licenziamento, invece, è regolata da recenti sentenze.

Il codice civile regola i limiti del “comporto”. Non si può licenziare il lavoratore malato a causa della sua malattia e dell’assenza protratta. Si può però licenziare il dipendente malato, anche durante il periodo in cui è a casa, per altre ragioni non legate alla malattia, come ad esempio una crisi aziendale o nel caso l’azienda decida per una ristrutturazione, in questo caso si può parlare di licenziamento per giustificato motivo oggettivo o ancora, una grave colpa, in questo caso siamo di fronte ad un licenziamento disciplinare. L’esempio più comune è quello del dipendente che non si fa trovare a casa al momento di una visita fiscale del medico dell’Inps.

Credits: Getty
Credits: Getty

Quanto può portarsi l’assenza dal lavoro? Per calcolare il “comporto” occorre fare riferimento all’anno di calendario o all’anno solare. La durata del comporto per gli impiegati è fissata dalla legge a 3 mesi quando l’anzianità di servizio non supera i dieci anni, e di 6 mesi quando l’anzianità di servizio supera i dieci anni. Per gli operai dipende dal periodo stabilito dalla contrattazione collettiva. Non vale questo limite, invece, nel caso in cui il dipendente sia a casa per un infortunio procurato sul luogo di lavoro.

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Il licenziamento per scarso rendimento non deve rispettare questi limiti temporali. Può scattare tutte le volte in cui la presenza sporadica del lavoratore finisce per danneggiare i meccanismi produttivi e le catene di montaggio, costringendo l’azienda a bloccarsi o, per evitare ciò, a ricorrere all’assunzione di un sostituto. In questa eventualità, il licenziamento scatta anche se il lavoratore non ha esaurito tutti i giorni previsti dal comporto.

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