Sicurezza, sistemi d’allarme per la casa a partire da 300 euro. Ma attenzione alla qualità e sensori
Gli italiani spendono sempre più soldi per mettere in sicurezza la propria casa. Così il business che ruota intorno alla tutela della “proprietà” cresce in media del 5 per cento l’anno per un giro d’affari che si aggira sui 2,2 miliardi. L’ultima Legge di Bilancio offre un aiutino a chi vorrebbe installare un allarme in casa.
Per la detrazione basta un classico “bonifico parlante”, si deve indicare nella causale del versamento e il codice fiscale del soggetto che paga, o il numero di partita Iva del beneficiario. La detrazione può applicarsi esclusivamente sul materiale per la sicurezza, il montaggio può anche essere fatto da un soggetto terzo o fai-da-te. Ma quale impianto è meglio scegliere per la propria abitazione?
Ce ne sono di diversi tipi, da semplici a molto complessi. Per una massima efficacia è bene valutare l’ampiezza della casa e la disposizione dei locali. I costi, quindi, possono variare. Dipende dal tipo di impianto (wireless o tradizionale), dal numero di componenti, dall’installazione, dal tipo di tecnologia. Un esempio: se i sensori hanno un “raggio Pir”, a infrarossi, percepiranno la differenza tra il passaggio di un essere umano e quello di un animale domestico. I modelli economici di antifurto partono da 150 euro, al netto dell’installazione. Un impianto più complesso costa tra i 500 e i mille euro.
I sensori Pir da interno costano circa 50 euro, mentre quelli da esterno arrivano a costare fino a 200 euro. I contatti magnetici sono sui 30 euro, le sirene d’allarme circa 60 euro per l’interno e 150 euro se posizionate fuori. Le telecamere? Le più economiche costano circa 100 euro l’una, per i modelli semi-professionali bisogna essere disposti a sborsare fino a mille euro.