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Slot machine via da bar e tabaccherie. Lo Stato alla ricerca di altri fondi: a quanto ammonta il giro d’affari delle macchinette?

Slot machine via da bar e tabaccherie. Lo Stato alla ricerca di altri fondi: a quanto ammonta il giro d’affari delle macchinette?

Le macchinette spariranno dai bar e dalle tabaccherie. O meglio, da qui al 2019 diminuiranno del 30 per cento. Il che è ben diverso. Il presidente del Consiglio Renzi ha detto in un’intervista al settimanale Vita che “non allargheremo la maglie del gioco d’azzardo per finanziare la ricostruzione post sisma”. Però non chiude alla possibilità di aprire nuovi casinò, parlando di “una nuova regolamentazione dell’attuale disciplina, finalizzata a ridurre la frammentazione territoriale del gioco”. Iniziando, magari, da Taormina.

Nel 2015 gli incassi erariali delle slot machine sono stati di 3,4 miliardi di euro, il 4,7 per cento in più rispetto all’anno precedente. In Italia ci sono 424mila unità disseminate per la maggior parte in tabaccai e bar (oltre 177mila macchinette). I giocatori d’azzardo sono in totale 16 milioni, quasi il 60 per cento uomini. Nella nuova legge di Stabilità è prevista una riduzione delle slot machine del 30 per cento, entro il 2019. E’ evidente che un’ipotesi del genere costerebbe allo Stato una valanga di milioni che andrebbero in qualche modo trovati altrove.

I giocatori “patologici” nel nostro Paese sono circa 256mila persone. Si tratta di veri e propri dipendenti dal gioco d’azzardo che sono considerati ludopatici.  Diminuire la presenza delle slot potrebbe forse far scendere il numero di chi gioca nelle macchinette tutto lo stipendio, ogni mese. Ma non farà felici le lobby del gioco che con la diffusione delle awp, come vengono chiamate le nuove slot, ci guadagna miliardi di euro. Negli ultimi mesi del 2015 sono state messe in funzione 50mila macchinette in più.