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Smart grid, perché le reti elettriche intelligenti sono il futuro e come investire

Sommariamente una rete elettrica centralizzata funziona su alcuni principi che ne garantiscono la stabilità contro i sovraccarichi in ogni momento della giornata. Ad esempio la centrale idroelettrica di Presenzano (CE) garantisce al Sud Italia tale stabilità della rete elettrica producendo la mattina e consumando la notte o in qualsiasi altro momento della giornata si dovesse rendere necessario. Come fa? Con delle turbine invertibili.

Ma come si fa a gestire una rete elettrica decentralizzata e dove controllare la produzione dell’energia è praticamente impossibile perché sono troppe le variabili non gestibili dall’uomo? Si tratta in prevalenza, infatti, di fonti di energia discontinue e spesso con produzione a carattere locale. Qui entra in gioco il concetto di smart grid, di rete intelligente per gestire un sistema in cui troviamo l’eolico, il fotovoltaico, il geotermico, la cogenerazione, e altre forme giungeranno presto in futuro come l’energia delle maree.

Perché serve un controllo della rete?

Prima di passare all’aspetto più puramente legato agli investimenti è bene che l’investitore comprenda almeno i principi di base del funzionamento di un sistema di produzione elettrica.

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Una rete elettrica di livello nazionale può essere soggetta a sbalzi di tensione o a picchi di produzione che possono creare addirittura danni fisici alla rete elettrica nazionale, con conseguenti blackout che potrebbero richiedere giorni per essere risolti. I danni economici sarebbero poco calcolabili.

In una rete centralizzata il sistema si corregge con molta celerità, basta spegnere una centrale o ridurne la capacità produttiva o attivare le centrali idroelettriche in modalità consumo per evitare problemi.

In una rete elettrica decentralizzata dove la corrente viene prodotta da impianti eolici e fotovoltaici (anche privati), i picchi di produzione sono poco gestibili e tipici. Si immagini un caldo ma ventoso mese di agosto in cui la gran parte delle industrie italiane sono chiuse per ferie o a scartamento ridotto per lo stesso motivo. La produzione di corrente elettrica da eolico e fotovoltaico prosegue senza che nessuno la possa fermare, mentre la richiesta di consumo è drasticamente ridotta. Dove la mettiamo la corrente elettrica in sovrapproduzione per evitare picchi?

Ecco scattare la necessità di costruire una rete nazionale intelligente (smart grid) che comprenda delle soluzioni innovative e alternative. Una di queste, lo anticipiamo, è in fase di sviluppo e si chiama vehicle-to-grid (V2G).

Smart grid cos’è?

La smart grid possiamo quindi definirla come una rete elettrica intelligente, composta da molteplici reti collegate tra loro da un insieme di sensori che favoriscono lo scambio di informazioni tra i vari nodi della rete stessa, allo scopo di gestire e regolare la distribuzione di energia elettrica in modo ottimale.

Una rete intelligente è quindi in grado di gestire gli input di tutti gli attori in campo, produttori, distributori e consumatori.

Per avere una reale smart grid bisogna partire dalle basi, ovvero da un contatore di nuova generazione in grado di comunicare opportunamente con “il linguaggio della smart grid”. In Italia, ad esempio, Enel distribuzione si sta occupando della sostituzione dei contatori di smart metering di prima generazione con il più innovativo Open Meter che permetterà alla rete elettrica nazionale di essere fattivamente smart grid ready. Il contatore abiliterà le case degli italiani ai servizi di domotica, altrimenti conosciuta come smart home.

Nelle Smart grid la corrente va conservata

Quello che si intuisce è che nelle reti elettriche intelligenti le fonti di produzione pulite sono la porzione più consistente, e in futuro rappresenteranno la totalità.

Dal momento che le principali fonti rinnovabili (per ora) sono l’eolico e il fotovoltaico, le loro caratteristiche di produzione richiedono lo stoccaggio dell’energia. Ecco che entrano in gioco gli impianti di accumulo come componente di rete (utility electrical energy storage system), qualcosa di mai visto prima in una rete elettrica nazionale.

I sistemi di stoccaggio dovranno essere efficienti, durevoli e sicuri, per questo sono in corso ancora molti studi di ricerca su di essi.

Vehicle-to-grid

Qui entra in gioco una delle soluzioni di stoccaggio e di stabilizzazione di una smart grid, si chiama vehicle-to-grid (V2G).

Cos’è il vehicle-to-grid. Nel prossimo futuro una parte delle auto in circolazione saranno a propulsione totalmente elettrica e dotate di una batteria. La ricarica di quest’ultima si effettua collegando l’autovettura alla rete elettrica attraverso una colonnina posta in strada e gestita da un operatore terzo come Enel X, o attraverso un dispositivo installato nel garage di casa.

I nuovi impianti in fase di progettazione come quello che FCA group e Terna stanno realizzando con Engie eps, prevedono che la batteria dell’auto possa fare sia da accumulo, ma anche da punto di cessione della corrente alla rete.

Tale innovativo sistema è una delle soluzioni pensate per dare stabilità alla rete decentralizzata in caso di picchi di corrente generata.

Tanti attori in campo

La produzione e distribuzione dell’energia elettrica con le smart grid cessa di essere un affare solo delle grandi imprese e diventa un affare per tutti, dal privato produttore e consumatore di energia (prosumer), al produttore di accumulatori, al grande gruppo produttore di auto elettriche.

Il ruolo dell’investitore nel business delle smart grid

In questo quadro così ampio e variegato e ancora non del tutto definito, l’investitore trova nuove opportunità di investimento che si possono sommariamente sintetizzare così:

  • società di produzione degli storage di accumulo;

  • imprese sviluppatrici dell’infrastruttura della nuova rete elettrica;

  • gruppi industriali produttori di auto elettriche;

  • produttori di colonnine di autoricarica per i mezzi di trasporto elettrici e fornitori del servizio di distribuzione dell’energia alle auto e moto elettriche;

  • multi-utility.

Aziende nelle quali investire

In quali aziende quotate in Borsa bisogna quindi investire? Nel tradizionale settore della produzione e distribuzione c’è Enel spa, Acea spa (ACE), il Gruppo A2A, mentre nel settore delle multi-utility c’è Hera spa (HER).

Nell’automotive un po’ tutte le grandi hanno investito e proseguiranno gli investimenti nello sviluppo delle auto elettriche, oltre Nissan che collabora con Enel negli esperimenti sui sistemi V2G, vi è Peugeot SA (UG), e di recente anche FCA Group. Mentre Tesla (TSLA) si pone su un livello molto interessante che è quello delle soluzioni complete: auto, impianto fotovoltaico sul tetto di casa e accumulatore domestico.

Bisognerà andare anche oltre l’investimento in Borsa e cercare nuove imprese che svilupperanno nuovi prodotti e servizi per la smart home, dal momento che come accennato i nuovi contatori Open Meter abilitano le case a una serie di nuovi servizi e opportunità tutte ancora da delineare nel campo della domotica. Da seguire anche società come Heliogen.

Concludendo

I grandi e piccoli investimenti profittevoli del domani passano per settori in fase di crescita e di forte e promettente sviluppo come le smart grid. Altri settori come la smart mobility offrono opportunità di investimento da approfondire.

Senza dimenticare il campo del cloud computing, trasversale a molti altri settori in fermento in questi anni di grandi cambiamenti anche per il mondo finanziario alle prese con la tecnofinanza.

Più in generale saranno gli investimenti nel green a dare i maggiori rendimenti nei prossimi anni e decenni. Sta agli investitori mettersi sulle loro tracce e scovare la società più promettente.

This article was originally posted on FX Empire

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