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Social network, chiuderli serve ad aumentare la sicurezza?

(Photo by Jaap Arriens/NurPhoto)
(Photo by Jaap Arriens/NurPhoto)

Chiudere internet può aumentare la sicurezza? Dopo gli attentati di Pasqua in Sri Lanka, il governo cingalese è ricorso a una misura drastica, bloccare temporaneamente l’accesso ai principali social network e i programmi di messaggistica istantanea: Facebook, WhatsApp, Instagram, YouTube, Snapchat e Messenger sono da giorni inaccessibili, e questo sta scatenando un dibattito in tutto il mondo sul rapporto tra istituzioni pubbliche e internet.

I diversi approcci ideologici

Da un lato diversi leader mondiali che cercano di contenere i crimini d’odio e la diffusione di immagini degli attentati, come era già successo nell’attacco di Christchurch in Nuova Zelanda lo scorso 15 marzo, implementando misure di censura totale o parziale. Dall’altro, ci sono gli esperti che sostengono che una mano troppo pesante potrebbe ottenere l’effetto opposto, e peggiorare la situazione.

Il vuoto di informazione

Quando i social sono spenti, si rischia di fornire alle persone in malafede l’opportunità per fare danni ancora maggiori. “Quando i social sono spenti, si crea un vuoto di informazione che è facilmente sfruttato da altre parti”, ha spiegato Alp Toker, direttore di Netblocks, in un’intervista con Ap. “Questo si aggiunge alla paura e provoca del panico”. Altre ricerche mostrano come bloccare i social network possa addirittura moltiplicare gli episodi di violenza. Lo dice Jan Rydzak, dello Stanford Global Digital Policy Incubator, autore di un paper del 2016 sugli effetti di simili shutdown in India, durante i quali si è riscontrato un aumento di incidenti superiori alla media.

La censura

Ogni Paese deve fare i conti con un complesso di regole per l’utilizzo di internet. Chi promette leggi più severe contro l’odio in rete, spesso ha difficoltà a giustificare atteggiamenti censori. Dopo la strage alle moschee in Nuova Zelanda il mese scorso, il governo locale ha annunciato pesanti sanzioni contro le società che non limitano l’hate speech, ma non ha pensato nemmeno per un attimo di approvare uno shutdown dei social.

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