Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    38.085,80
    -375,12 (-0,98%)
     
  • Nasdaq

    15.611,76
    -100,99 (-0,64%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • EUR/USD

    1,0733
    +0,0032 (+0,30%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.314,43
    +757,94 (+1,27%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.394,91
    +12,34 (+0,89%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • S&P 500

    5.048,42
    -23,21 (-0,46%)
     

Solo 55mila andranno in pensione in anticipo nel 2022

(Photo: ALBERTO PIZZOLI via Getty Images)
(Photo: ALBERTO PIZZOLI via Getty Images)

Saranno appena 55mila i lavoratori che il prossimo anno andranno in pensione in anticipo usufruendo dei tre canali - quota 102, Ape sociale e Opzione donna - che permettono di derogare ai requisiti della riforma Fornero. Le decisioni di questi lavoratori non si possono ovviamente prevedere con certezza perché dipendono da scelte personali che potrebbero cambiare per diverse ragioni, ma il flusso delle 55mila uscite è quello che si aspetta il Governo. Il dato emerge dalla relazione tecnica che accompagna la manovra: alle 16.800 uscite attese con quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi versati) si aggiungono le 21.200 dell’Ape sociale (almeno 63 anni di età e un minimo di 30 anni di anzianità contributiva) e le 17mila di Opzione donna, la formula che permette alle lavoratrici di uscire prima dal lavoro con 58 anni di età (59 per le autonome) e almeno 35 anni di contributi. Il totale fa appunto 55mila.

Il numero esiguo dei pensionamenti anticipati fa bene alle casse dello Stato perché le previsioni di spesa sono tutt’altro che ingenti. Ma gli stessi numeri dicono che i margini di flessibilità del sistema pensionistico restano esigui e anzi anche più ristretti visto che quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), voluta dalla Lega, non potrà registrare nuove adesioni a partire dal primo gennaio dato che non è stata rinnovata. Resta sempre attiva la pensione anticipata, cioè la vecchia pensione di anzianità che permette di lasciare il lavoro con 41 anni e 10 mesi di contributi (un anno in più per gli uomini). E, novità introdotta dalla legge di bilancio, lo scivolo per i lavoratori delle piccole e medie imprese in crisi che abbiano almeno 62 anni di età. Ma il perimetro non si allarga più di tanto.

La scia breve di quota 102: 16.800 uscite nel 2022, appena mille nel 2026

Sono 16.800, come si diceva, le uscite previste con quota 102 per il prossimo anno. L’assegno medio sarà pari a 26 mila euro. Dopo un balzo nel 2023, con 23.500 pensionamenti anticipati, il flusso di uscita si farà ancora più esiguo: 15.100 uscite nel 2024, 5.500 nel 2025, appena mille nel 2026.

Quota 102 (Photo: Huffpost)
Quota 102 (Photo: Huffpost)

Quanto costerà allo Stato c’è scritto sempre nella relazione tecnica: 175,7 milioni nel 2022, 679,3 l’anno dopo, mentre nel 2024 la spesa sarà di 542,8 milioni per poi scendere a 287,5 milioni nel 2025. In tutto più di 1,6 miliardi. Le casse pubbliche beneficeranno però dello stop a quota 100, misura che costa tantissimo: gli oneri si ridurranno di 1,8 miliardi nel 2024 per arrivare a un risparmio di 3,8 miliardi nel 2026 (poi i minori oneri si stabilizzano, facendo un piccolo balzo dal 2023 in poi, quando è prevista una riduzione di 3,9 miliardi).

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

L’Ape sociale si allarga, 21.200 lavoratori potrebbero sceglierla

“Complessivamente - si legge all’articolo 25 della relazione tecnica - si stima un accesso” all’Ape sociale “per il 2022 di circa 21.200 soggetti”. La manovra ha allargato le maglie perché sono state inserite nuove categorie dei cosiddetti lavori gravosi e il Governo prevede che se la propensione resterà simile a quella registrata in passato ci sarà un aumento delle liquidazioni di circa il 120 per cento.

A 21.200 lavoratori si arriva perché ai circa 18mila lavoratori che potrebbero usufruire della proroga dell’Ape sociale per il 2022 vanno aggiunti circa 1.500 persone che si accosterebbero allo scivolo grazie al fatto che è stato eliminato il paletto che preveda la possibilità di accedere all’Ape sociale solo dopo tre mesi dalla fine del godimento della Naspi, l’indennità di disoccupazione. L’integrazione di nuovi codici di professioni tirano dentro altri 1.700 lavoratori.

I requisiti per Opzione donna ce l’avranno in 29.500, ma per il Governo sarà scelta solo da 17mila lavoratrici

Da quando è nata ad oggi sono circa 150mila le lavoratrici che hanno usufruito di Opzione donna. A maturare i requisiti quest’anno sono 17mila lavoratrici dipendenti che lavorano nel privato, 5mila statali e 7.500 lavoratrici autonome. Ma è quando si passa alla tabella sulla spesa che la platea potenziale, pari a un totale di 22.500 uscite, si riduce a una previsione di 17mila anticipi nel 2022. La spesa, che il prossimo anno sarà di 111,2 milioni, salirà fino a 480,1 milioni nel 2024 per poi calare a 33 milioni nel 2028.

Opzione donna (Photo: Huffpost)
Opzione donna (Photo: Huffpost)

Il Governo ha fatto anche i calcoli sugli importi delle pensioni: quello medio per una lavoratrice del settore privato sarà di 1.100 euro, mentre per le dipendenti del settore pubblico di 1.250 euro. Le autonome, invece, si porteranno a casa una pensione da 810 euro.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.