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Sos cercasi imprenditore: l'appello-spot degli operai

Sos cercasi imprenditore: l'appello-spot degli operai

Nell’Italia che tenta di smarcarsi dalla recessione, ci sono storie come quella del fondatore della Mivar, Carlo Vichi, che è pronto a regalare l’intero stabilimento di Abbiategrasso a chi deciderà di produrre televisori nella sua fabbrica, ma ci sono anche operai che cercano, con tanto di spot, un imprenditore disposto a investire a Ginosa potendo contare su di uno stabilimento di 55mila mq coperti e 70mila scoperti totalmente gratuito.

È questa l’offerta messa sul piatto dal sindaco di Ginosa, Vito De Palma, e dall’assessore al lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli: chi si prenderà l’incarico di reindustrializzare il sito tarantino e di riassumere   i 181 ex operai lasciati in mobilità dall’azienda tessile Miroglio avrà lo stabilimento senza spendere un euro.

Miroglio arrivò in Puglia nel 1989 per aprire lo stabilimento grazie agli incentivi delle legge 181/1989 pensata per la reindustrializzazione delle aree di crisi dell’industria siderurgica. Alla fine degli anni Ottanta centinaia di posti di lavoro nelle acciaierie di Stato erano andati persi e la legge 181, la cui gestione fu affidata alla Spi (una società dell’Iri), aveva lo scopo di ricollocare le persone prive di un’occupazione. L’azienda piemontese aprì due stabilimenti: uno a Castellaneta, l’altro a Ginosa. Il primo ha chiuso dopo circa un decennio di attività, il secondo nel 2009.

Ora, a cinque anni dalla serrata arriva la proposta, con un promo in cui gli operai iscritti nelle liste di mobilità spiegano le caratteristiche dello stabilimento che si trova a pochi chilometri dal porto commerciale di Taranto dalla statale Jonica 106 e dall’autostrada Adriatica  A14. Oltre alle ottime condizioni logistiche, lo stabilimento di Ginosa è provvisto di un magazzino automatizzato e di una centrale elettrica indipendente di trasformazione da 150mila a 20mila volts, adiacente a un’ampia area in grado di ospitare impianti per le energie rinnovabili.  Insomma un vero e proprio affare per “un investitore serio, motivato” che abbia voglia di scommettere su di una struttura efficiente e ben collegata con le vie di terra e di mare.

Con un’operazione in controtendenza rispetto a un’epoca di privatizzazioni, il Comune di Ginosa, la Regione Puglia e il Ministero dello Sviluppo Economico (una volta uscita di scena la Wollo, la società di scouting messa in campo da Miroglio, e sfumato l’interessamento di Q. Bell, Termoform, Barbero, Marcolana e B4Energy) hanno acquisito lo stabilimento alla cifra simbolica di un euro. Il “pacchetto” comprende, oltre alla struttura a costo zero, anche la disponibilità della forza lavoro e la garanzia della Regione Puglia, nel ruolo di accompagnatrice della riconversione e riqualificazione della manodopera.
In attesa che un imprenditore si faccia avanti, anche il Comune di Castellaneta pare intenzionato ad acquisire l’altro impianto ex Miroglio e a tentare la carta della reindustrializzazione.