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Spending review, Cottarelli lascia, è il quarto in meno di 3 anni

Carlo Cottarelli, resposabile della spending review fino ad ottobre in una foto del 20 settembre 2011, quand'era direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale. REUTERS/Stephen Jaffe/IMF/Handout

di Giselda Vagnoni

ROMA (Reuters) - L'ex funzionario del Fondo monetario internazionale Carlo Cottarelli ha detto oggi che da ottobre lascerà l'incarico: sarà il quarto commissario per la revisione della spesa pubblica a gettare la spugna in meno di tre anni a conferma che chi si cimenta con tale compito in Italia ha vita breve.

Le dimissioni imminenti erano nell'aria da quando a fine luglio Cottarelli aveva criticato la maggioranza parlamentare per l'utilizzo di risparmi di spesa non ancora acquisiti a copertura di nuove spese.

L'annuncio arriva a poche settimane dalla presentazione, a metà ottobre, della legge di bilancio per il prossimo anno nella quale Matteo Renzi ha promesso tagli per 20 miliardi di euro e il giorno dopo che la Banca centrale europea ha chiesto a Roma di non perdere la presa sui conti pubblici.

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"Sì, vado via a fine ottobre, dopo la Legge di Stabilità" ha scritto oggi per e-mail a Reuters il commissario sottolineando che darà il suo contributo alla stesura del prossimo budget.

Da inizio 2012 Cottarelli è il quarto responsabile per l'individuazione dei risparmi di spesa, figura istituita da Mario Monti all'apice della crisi del debito sovrano nel 2011 quando lo spread tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi volava oltre i 550 punti contro i 145 circa di adesso.

A Piero Giarda, che aveva individuato 80 miliardi di spesa pubblica aggredibile nel breve periodo e 300 nel lungo, è seguito il commissario della Parmalat Enrico Bondi e poi ancora il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio.

Sebbene Renzi abbia detto che la richiesta di tornare a Washington sia partita tre mesi fa dallo stesso Cottarelli "per motivi personali", sembra che il commissario abbia deciso di gettare la spugna perché in scarsa sintonia con l'ex sindaco di Firenze.

Il premier coltiva l'immagine del decisionista e ha detto chiaramente di considerare i tagli una questione di competenza della politica e non dei tecnici seppure di esperienza internazionale.

La frizione tra i due ha raggiunto il culmine a fine luglio quando nel suo blog Cottarelli, criticando il comportamento di alcuni parlamentari, ha definito "paradossale una situazione in cui la revisione della spesa (futura) viene utilizzata per facilitare l’introduzione di nuove spese".

Cottarelli aveva ricevuto un incarico triennale nell'ottobre 2013 dal precedente governo, quello guidato da Enrico Letta, con l'obiettivo di individuare risparmi per oltre 30 miliardi entro il 2016 da destinare principalmente alla riduzione delle tasse sul lavoro.

Alla nomina era stata data grande rilevanza mediatica e in una affollata conferenza stampa al ministero dell'Economia Cottarelli aveva spiegato che si sarebbe ispirato a un detto della sua città natale, Cremona: "Se si può si fa senza".

Ma già a luglio Renzi aveva comunicato, in modo altrettanto spiccio, che la revisione della spesa si sarebbe fatta "con o senza" Cottarelli.

La crescita dell'economia italiana nel 2014 è vista vicino allo zero e senza tagli consistenti l'Italia farà fatica a tenere il deficit di bilancio sotto il limite Ue del 3% e a ridurre il debito pubblico, visto sfiorare a fine anno il 135% del Pil.