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Spending review: il Tribunale dà ragione a Crocetta

Gianfranco Pignataro, Giudice del lavoro del Tribunale di Palermo, ha dato ragione a Rosario Crocetta, dallo scorso 10 novembre nuovo Presidente della Regione Sicilia rigettando il ricorso proposto dall’Associazione siciliana della stampa e dalla sezione provinciale Assostampa di Palermo che contestava al governatore l’insindacabilità dell’interruzione del rapporto di lavoro di 21 giornalisti dell’ufficio stampa regionale.

Sin dal giorno della presentazione del proprio programma amministrativo Crocetta aveva messo in cima ai propri obiettivi una spending review basata sul rigore e sulla discontinuità nei confronti dei precedenti governatori Salvatore Cuffaro – condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra – e Raffaele Lombardo. Uno dei primi passi per colmare il debito di 6 miliardi di euro di Palazzo d’Orleans è stato il licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa regionale che costavano alla Regione, complessivamente, 3,2 milioni di euro all’anno, una cifra in grado di consentire l’assunzione di 200 precari.

Le 21 assunzioni, tutte a tempo indeterminato e tutelate da vincoli contrattuali a prova di bomba, erano state effettuate da Cuffaro e confermate in toto da Lombardo. Quando a novembre Crocetta ha deciso di mandare a casa il vecchio ufficio stampa, l’Associazione siciliana della stampa e la sezione provinciale Assostampa di Palermo sono insorte contestando la presunta anti-sindacalità del comportamento di Crocetta. Ieri il giudice di Palermo ha rigettato il ricorso affermando la correttezza e la legittimità dei provvedimenti adottati dal presidente della Regione Sicilia poiché i rapporti esistenti fra la presidenza e i giornalisti sono di tipo fiduciario, non circoscrivibili alla dipendenza dalla pubblica amministrazione. Per questo motivo l’azione di Crocetta non può essere considerata anti-sindacale.

Il sindacato dei giornalisti ha già fatto sapere che andrà, ancora una volta al contrattacco: “L'Associazione siciliana della stampa – si legge in una nota - contesterà in sede di opposizione la tesi sostenuta dal giudice del lavoro della mancanza di un rapporto subordinato  dei 21 giornalisti dell'ufficio stampa della presidenza e la Regione Siciliana, una tesi che nemmeno l'Avvocatura ha potuto sostenere in giudizio perché smentita dal pieno recepimento del contratto di lavoro giornalistico e dalla sua piena applicazione sanciti da una delibera di Giunta e poi seguiti da una contrattazione di secondo livello".

Sempre secondo l’Assostampa Sicilia, Crocetta avrebbe ora “l'obbligo morale e politico di attivare la selezione concorsuale per il suo ufficio stampa”, per “rompere con i sistemi del passato”; affidandosi ai concorsi pubblici il governatore siciliano farebbe prevalere “la trasparenza e i meriti professionali”. Senza i concorsi pubblici – sottolinea l’Assostampa – continuerebbero gli incarichi ad personam, con una sostanziale continuità col passato. Una scelta che per il sindacato dimostrerebbe l’anima politica dei licenziamenti e una discontinuità di coloritura politica nella continuità “del clientelismo e della tutela degli interessi di parte”.