Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 51 minutes
  • FTSE MIB

    33.898,61
    -372,51 (-1,09%)
     
  • Dow Jones

    37.820,04
    -640,88 (-1,67%)
     
  • Nasdaq

    15.465,49
    -247,26 (-1,57%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • Petrolio

    82,27
    -0,54 (-0,65%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.292,49
    -1.250,79 (-2,07%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.378,94
    -3,64 (-0,26%)
     
  • Oro

    2.336,20
    -2,20 (-0,09%)
     
  • EUR/USD

    1,0722
    +0,0021 (+0,19%)
     
  • S&P 500

    5.007,20
    -64,43 (-1,27%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.927,72
    -62,16 (-1,25%)
     
  • EUR/GBP

    0,8576
    -0,0007 (-0,09%)
     
  • EUR/CHF

    0,9793
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • EUR/CAD

    1,4683
    +0,0028 (+0,19%)
     

Spending Review: significato e origine

Quanti italiani conoscono il significato di "spending review"? E perché questa espressione è arrivata in Italia?
Iniziamo col dire che con il termine Spending review si fa genericamente riferimento a un processo attraverso il quale aziende o governi analizzano le varie voci di spesa alla ricerca di sprechi e processi da ottimizzare. A essere valutato, più che l’ammontare dei costi, è proprio la causa di questi.
Nel Regno Unito lè condotta dal Tesoro (HM Treasury) ed è così apprezzata che ne esistono due tipi: la "spending review" in cui si esaminano uno o più aspetti della spesa pubblica e la "comprehensive spending review", che parte da zero senza considerare le spese passate (e quindi può aprire la strada a cambiamenti radicali e a grossi tagli).

Ma perché questa espressione inglese è arrivata in Italia?

La sua comparsa in Italia risale al 2007 quando l’allora ministro dell’economia Padoa Schioppa (secondo governo Prodi) introdusse con la legge Finanziaria una commissione che si occupasse della finanza pubblica. E secondo le sue rilevazioni i risparmi furono pari a 700 milioni.

Negli ultimi mesi è tornata alla ribalta con la nuova tornata di “revisione della spesa” voluta dal governo di Mario Monti.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Partiamo da un dato: la spesa pubblica italiana ammonta a circa 800 miliardi di euro all’anno. Gran parte di questa somma se ne va in stipendi e pensioni, ma una parte importante è assorbita anche da sprechi di diversa natura e differente livello. Così il governo di Mario Monti ha deciso di intervenire su questo fronte, pressato da un’altra esigenza: trovare 4,2 miliardi di euro per scongiurare l'aumento dell'iva previsto da ottobre (dal 10 al 12% e dal 21 al 23%).

Il ministro professore Piero Giarda, titolare dei Rapporti con il Parlamento, è stato incaricato di stilare il rapporto in cui sono state analizzata nel dettaglio le spese delle amministrazioni pubbliche per decidere dove si possono usare le forbici. E a proposito di forbici, un’altra figura di tutta rilevanza è appunto “Mr. Forbici”, temibile soprannome assegnato a Enrico Bondi, commissario straordinario per la “razionalizzazione di beni e servizi”.

Oltre a Giarda e Bondi, nel “Comitato per la spesa pubblica” ci sono anche il premier Mario Monti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Antonio Catricalà, il viceministro all’economia e alle finanze Vittorio Grilli e Ministro per la P.A. e la semplificazione Filippo Patroni Griffi.

Segui tutti gli aggiornamenti sulla spending review