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Sterlina in caduta libera: ora l'hard Brexit fa davvero paura

Ue sempre più in pericolo, ma soprattutto Brexit sempre più confusa. Dopo le preoccupazioni, poi smentite, circa una tassa di mille sterline imposta da Londra a chi assume lavoratori europei, arrivano anche le esternazioni del prossimo presidente Usa Donald Trump.

Le parole di Trump

In attesa della sua elezione ufficiale prevista per venerdì sera (ora italiana), il prossimo inquilino della Casa Bianca non esita a lanciare nuovi strali non solo contro le multinazionali che producono al di fuori degli Usa e che poi pretendono di vendere a Washington, ma anche contro la Nato, giudicata un'istituzione obsoleta, e contro l'Ue stessa, sebbene in maniera implicita visto che il tycoon si è complimentato con gli inglesi che, scegliendo la Brexit, hanno scelto di uscire da un sistema di restrizioni.

A conferma del suo appoggio a Londra, il repubblicano ha anche sottolineato come sia pronto a proporre una serie di accordi commerciali con il Regno Unito. In parallelo, il primo ministro inglese Theresa May, sembra essere maggiormente orientata verso un divorzio drastico dall'Europa viste le dichiarazioni rilasciate al Sunday Times secondo cui Londra sarebbe disposta a dire addio, oltre all'Unione, anche al mercato comune europeo pur di gestire in maniera autonoma il dossier immigrati.

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La sterlina in crollo

Partendo da queste premesse, crescono le attese per il discorso che la May terrà domani e durante il quale dovrebbe chiarire i particolari tecnici attraverso i quali gestirebbe l'intera operazione. Un'operazione che, numeri alla mano, riguarderebbe l'addio a 500 milioni di consumatori o, per lo meno, i vantaggi dell'operare in un mercato a condizioni particolarmente vantaggiose. Molte le paure dell'incognito che hanno spinto la sterlina al crollo, arrivando a segnare 1,2 sul dollaro, il minimo da 31 anni, escludendo il flash crash di ottobre. Ma oltre ai timori dell'ignoto, che potrebbero essere calmierati domani con il discorso del primo ministro britannico, quello che spaventa gli operatori sono i timori confermati dallo stesso Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, il quale ha detto che il modello economico inglese potrebbe essere rimodellato nel caso in cui lìEuropa dovesse creare problemi a Londra. Cosa significa questo? Che non solo si sta delineando una frontiera chiusa (sia alle persone che alle merci) da parte di Londra ma anche che potrebbe arrivare una sorta di guerra commerciale che vedrebbe la divisione in due dei blocchi: da una parte Londra e Washington unite in un patto protezionista favorito anche dal pericolo che correrebbe Londra, di perdere quote di mercato, e dall'altro il Vecchio Continente.

Per evitare però di perdere competitività, la carta che l'Impero potrebbe giocare sarebbe a questo punto, l'azzeramento delle aliquote fiscali a favore delle imprese, una soluzione estrema già prospettata dal Financial Times qualche tempo fa ma che,a questo punto, in un'atmosfera di sfida al suono di “Mors tua, vita mea” potrebbe anche essere adottata, facendo diventare l'Inghilterra un vero e proprio paradiso fiscale nel cuore dell'Europa.

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