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Studi di settore, cosa sono e come funzionano

Studi di settore, cosa sono e come funzionano

Gli studi di settore sono lo strumento con cui il fisco italiano – mediante analisi economiche e tecniche statistico-matematiche – rileva parametri fondamentali relativi al reddito e, di conseguenza, al probabile gettito fiscale da versare all’erario di liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese.
Lo scopo di queste elaborazioni è far emergere l’evasione fiscale, smascherando tutti coloro che dichiarano redditi che risultano dubbi per il tipo (o la quantità) di attività svolta.

Vai allo speciale dichiarazione dei redditi

La cronaca è piena di avvocati, professionisti e piccoli imprenditori che versano all’erario cifre incongrue. A differenza del redditometro che incrocia le spese con i contributi, gli studi di settore raccolgono sistematicamente i dati che caratterizzano l’attività e il contesto economico in cui opera l’impresa (al solo scopo di valutare la sua  reale capacità di produrre reddito) e sono impiegati per l’accertamento induttivo di esercenti, arti, professioni e imprese.

Introdotto con la legge del 29 ottobre 1993 questo strumento – che nel corso degli anni si è informatizzato grazie all’ausilio del software Ge.Ri.Co. – è diventato inadeguato a causa della crisi che ha reso imprevedibili i mercati e ha rimescolato le carte, specialmente nelle libere professioni, creando forbici che rendono ridicolo qualsiasi ritratto di “casta”: le forbici reddituali fra professionisti tutelati e precari si sono allargate, creando distorsioni in cui non è difficile rintracciare alcune delle cause del crollo della produttività.

Come funzionano

Gli studi di settore individuano le relazioni tra le variabili strutturali e contabili delle imprese e dei lavoratori autonomi con riferimento al settore economico di appartenenza, ai processi produttivi, all’organizzazione, ai prodotti e servizi oggetto dell’attività, tenendo in considerazione anche la localizzazione geografica, l’andamento della domanda, il livello dei prezzi e la concorrenza. Sono divisi in quattro macro-aree:

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  1. servizi,

  2. commercio,

  3. manifatture,

  4. professionisti.

Essi vengono utilizzati: 1) dal contribuente per verificare, in fase dichiarativa, il posizionamento rispetto alla congruità (cioè l’equipollenza fra ricavi e/o compensi dichiarati e quelli stimati) e alla coerenza (comportamento del sindaco rispetto agli indicatori economici per ciascuna attività); 2) dalla Pubblica Amministrazione come ausilio all’attività di controllo.

Le modifiche a favore dei giovani professionisti
Proprio a causa della crisi il Ministero dell’Economia e delle Finanze si è visto costretto a rivedere al ribasso l’applicazione degli studi di settore, specialmente per agevolare l’attività dei giovani professionisti impiegati come collaboratori in studi e uffici.
Visto che i professionisti in questo settore ricevono molto spesso un forfait, si è deciso di introdurre la variabile “ore dedicate all’attività” per venire incontro ai professionisti iscritti all’albo da meno di sei anni e che lavorano per un solo committente. Questo provvedimento serve a rispecchiare meglio la situazione reale, facendo sì che lo studio di settore tenga conto della forbice fra tutelati e precari di cui parlavamo in precedenza.

I correttivi anti-crisi
Non sono questi i soli correttivi apportati dall’Agenzia dell’Entrate, grazie a una commissione di esperti e ai rappresentanti delle categorie produttive e dei professionisti (Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani) che si sono basti sulle informazioni raccolte da Osservatori regionali, Associazioni di categoria, Banca d’Italia e Istat. Nella prossima dichiarazione dei redditi ci saranno quattro importanti modifiche: 1) per tutti i soggetti che presenteranno una contrazione dei ricavi nel periodo d’imposta 2012 rispetto al 2011 le regole saranno diverse rispetto al passato, con una maggiore tolleranza e la valutazione della coerenza rispetto alla gestione delle esistenze iniziali; 2) si terrà conto dei settori maggiormente interessati dall’incremento dei prezzi del carburante; 3) si applicheranno correttivi congiunturali di settore ovverosia relazionati alla riduzione delle tariffe, alla contrazione dei margini e della redditività; 4) l’ultima tipologia di correttivi, congiunturali individuali, terrà conto della ritardata percezione dei compensi (talvolta proprio da parte della Pubblica Amministrazione) e della contrazione dei costi variabili.

L’invio telematico
Una delle novità del “nuovo corso” è l’invito telematico alla presentazione degli studi di settore che sostituisce il classico avviso postale. Questo invito scatta per chi nel trasmettere il Modello Unico 2013 non si è ricordato di presentare contestualmente anche i dati relativi agli studi di settore. L’alert verrà inviato in allegato alla ricevuta dell’avvenuta presentazione dell’Unico 2013. In questo modo il contribuente si trova agevolato nell’adempimento della pratiche burocratiche e può evitare spiacevoli sanzioni o more.