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Stufe a pellet in condominio, vantaggi e normative

La stufa a pellet rende l’ambiente domestico più green ed ecosostenibile (Getty)
La stufa a pellet rende l’ambiente domestico più green ed ecosostenibile (Getty)

La stufa a pellet rende l’ambiente domestico più green ed ecosostenibile. Oltre a regalare alla propria casa un calore diffuso, le stufe a pellet sono anche ottime per risparmiare. Non è sempre possibile procedere con l’installazione perché in alcuni contesti condominiali risulta difficoltosa e ci sono delle procedure da seguire.

Le norme da seguire

Si chiama UNI 10683 ed è la norma che regola l’installazione delle stufe a pellet e in particolare l’esistenza di una canna fumaria indipendente. Il punto centrale della normativa, infatti, riguarda lo scarico dei fumi, che deve avvenire a tetto e seguire lo schema descritto nella norma. Oltre a mantenere distanze minime da pareti e altri mobili infiammabili, bisogna sempre controllare che le prese d’aria funzionino insieme a un tecnico autorizzato, che deve valutare lo stato della stanza in cui volete posizionare la stufa a pellet. Se la canna fumaria non è presente nel condominio, occorre l’apertura di una DIA, ovvero una Dichiarazione di inizio attività.

Stufe a pellet senza canna fumaria

Esistono anche stufe a pellet senza canna fumaria. L’espulsione dei fumi avviene lo stesso all’esterno, per tiraggio forzato e cioè attraverso un’apposita ventola. Il tubo di scarico è quindi presente e anche in questo caso è necessario richiedere l’autorizzazione per procedere con l’installazione nella propria casa.

Le novità

Il decreto legge 179/2012 ha cambiato la norma iniziale del 2012, innovandola e introducendo alcune novità. In particolare, per lo scarico non si deve più intervenire a parete, ma sempre a tetto: i prodotti della combustione devono sempre essere espulsi rispettando la legge. La stufa a pellet, oltre che riscaldare può diventare anche un complemento d’arredo di design per la vostra cosa.

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