Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    38.485,21
    -18,48 (-0,05%)
     
  • Nasdaq

    15.714,27
    +17,63 (+0,11%)
     
  • Nikkei 225

    38.460,08
    +907,92 (+2,42%)
     
  • EUR/USD

    1,0708
    +0,0003 (+0,03%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.147,84
    -1.977,12 (-3,18%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.387,26
    -36,84 (-2,59%)
     
  • HANG SENG

    17.201,27
    +372,34 (+2,21%)
     
  • S&P 500

    5.073,27
    +2,72 (+0,05%)
     

Sud Italia, allarme siccità: a rischio la produzione di pomodori

Pomodori (Getty)
Pomodori (Getty)

La siccità sta per colpire duramente un’intera industria sulla quale si poggiano molte famiglie residenti nel distretto della Capitanata, nella provincia di Foggia. Si tratta del settore dell’oro rosso, il pomodoro. Quali sono i guai nei quali riversa questo territorio?

Nella Capitanata si coltiva il 30% del pomodoro destinato alla trasformazione industriale, ma l’acqua presente nella diga di Occhito sul Fortore è la metà rispetto a quella presente nello stesso luogo nel 2017. Gli agricoltori sono in allarme già da tempo e le speranze stanno per finire. Si pensa, e sarebbe problematico, di saltare la produzione per un anno, con conseguenze molto negative.

Da questa zona arriva la quasi totalità dei pomodori pelati in vendita in Italia e nel mondo e il 30% dei pomodori italiani da industria, seguita da Piacenza con il 15,7% (i dati, del 2017, arrivano dal centro studi di Confagricoltura). Il settore, tra imprenditoria diretta e indotto, genera solo nel sud dell’Italia un miliardo di euro. E dunque non avere l’acqua per mandarlo avanti diventa un problema cruciale.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Ecco le parole di Marco Nicastro, presidente dell’azienda OP Mediterraneo, raccolte da Repubblica: “La maggior parte degli agricoltori sta ordinando i semi, ma nessuno è così sprovveduto da portarli al vivaio perché una volta pronte, le piantine hanno bisogno di acqua. E se l’acqua non c’è, si perdono molti soldi. Siamo tutti in attesa: se la situazione cambierà, allora correremo ai vivai per cominciare la stagione“.

Il Consorzio di bonifica della Capitanata, che gestisce la diga di Occhito, ha rilasciato un comunicato: “Se la situazione non cambierà non potrà essere garantita né la dotazione complessiva né la durata consueta della stagione irrigua“.

C’è però chi incita all’ottimismo, come Giovanni De Angelis, che è direttore generale di Anicav, l’associazione di Confindustria che rappresenta i maggiori conservieri italiani. Dice: “L’attenzione è molto alta, stiamo monitorando la diga ogni giorno, ma non dimentichiamo che l’anno scorso ci fu un problema di siccità al nord Italia, e nonostante ciò il raccolto di pomodoro fu persino superiore rispetto all’anno precedente“.

Nella foto 2017 un campo di pomodori, una delle colture tipiche del parmense, col terreno completamente secco (LaPresse)
Nella foto 2017 un campo di pomodori, una delle colture tipiche del parmense, col terreno completamente secco (LaPresse)

Il problema maggiore è per i produttori e i lavoratori al sud Italia: se la situazione non cambierà le aziende avranno meno potere sul mercato per contrastare la produzione del nord e per far fronte a una crisi potrebbero essere tagliati posti di lavoro, che graveranno sulle famiglie.

Per i consumatori non cambierà nulla, perché i magazzini dei conservifici sono ancora pieni di merce, in quanto si arriva da due anni di super produzione dal nord Italia – nonostante la siccità che colpì l’Emilia nel 2017. Il pomodoro trasformato invenduto sarebbe così tanto da reggere anche un calo della produzione del 30/35% in questo 2018, ma da questa situazione a non perderci sarebbe solamente la parte settentrionale del Paese.