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Sulla Giustizia ora è Forza Italia a mettersi di traverso

Italian Prime Minister Mario Draghi (R) speaks with Italy's Justice Minister Marta Cartabia as he arrives for a press conference, at the Multifunctional Hall of the Presidency of the Council, in Rome, on July 22, 2021. (Photo by Roberto MONALDO / POOL / AFP) (Photo by ROBERTO MONALDO/POOL/AFP via Getty Images) (Photo: ROBERTO MONALDO via Getty Images)

La riforma della Giustizia slitta ancora, ostaggio di nuovo scontro all’interno della maggioranza. Scontro che il premier Mario Draghi e il ministro Marta Cartabia hanno provato a mitigare in un incontro avuto nel pomeriggio e durante il quale si è cercato di trovare un punto di equilibrio che possa accontentare le forze che sostengono il governo. A breve il l’esecutivo presenterà una proposta di modifica per andare incontro alle richieste del Movimento 5 Stelle che ha minacciato di non votare la fiducia, quindi saranno esclusi dal meccanismo di improcedibilità i processi di mafia e terrorismo.

Ma se da una parte si cerca di concedere qualcosa a un partito, dall’altra ci sono i colleghi di maggioranza che reclamano nuove concessioni. La riunione della commissione, fissata per oggi pomeriggio, è stata rinviata a domani. Il 30 luglio si avvicina, giorno in cui il testo deve arrivare in Aula alla Camera, e così il centrodestra blocca i lavori e rimette in discussione il timing del provvedimento presentando emendamenti sull’abuso d’ufficio per fornire agli amministratori locali uno scudo penale. Emendamenti ritenuti inammissibili dall’ufficio di presidenza della Commissione. “Decisione assurda”, commenta il forzista Pierantonio Zanettin che insieme ai colleghi ha depositato un ricorso al presidente della Camera Roberto Fico.

Se anche la terza carica dello Stato dovesse respingere le proposte di modifica poiché non rientrerebbero nelle norme che riguardano il processo penale, anzi smonterebbero in parte quanto ottenuto dai grillini riguardo i reati contro la pubblica amministrazione, Forza Italia è pronta a chiedere in commissione l’allargamento del perimetro del provvedimento. Ciò comporterebbe un ulteriore allungamento dei tempi anche se intanto le proposte di modifica sono passate da 2000 a circa 400. “Su questo si lavorerà questa settimana, almeno fino a giovedì, nella speranza che la riforma possa approdare in Aula venerdì”, spiega il capogruppo Pd in Commissione, Alfredo Bazoli. Un timing tutt’altro che scontato, aggiunge, poiché “l’allargamento del perimetro richiesto dal centrodestra, rischia di far slittare il via libera alla riforma a settembre. A favore dell’allargamento è tutto il centrodestra, il Gruppo Misto è spaccato, e Italia Viva non si capisce cosa voglia fare”, sintetizza l’esponente dem.

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Gli unici che sono sicuramente contrari all’allargamento del perimetro sono Pd e M5s. Se dovesse passare l’ampliamento del perimetro per gli emendamenti, si tornerebbe infatti a una fase istruttoria, che comprenderebbe anche nuove audizioni. Lo scontro è tutto politico. Il Movimento 5 Stelle è riuscito a ottenere da parte del premier Mario Draghi e del ministro Marta Cartabia l’apertura alla richiesta di prevedere l’improcedibilità per i reati di mafia e terrorismo, che quindi non dovranno rispettare, come gli altri, tempi bloccati in Appello e in Cassazione. Un modo per tenere insieme un partito in subbuglio, dove tanti parlamentari, e lo stesso Giuseppe Conte, avevano messo in discussione un primo accordo raggiunto tra i ministri, con il benestare di Beppe Grillo, e il premier Draghi. Su questo punto il centrodestra non si pronuncia e attende il passo formale del governo che deve tradurre questa scelta in un emendamento. Ma intanto Forza Italia alza la posta chiedendo dal canto suo di intervenire sull’abuso d’ufficio.

Nel frattempo anche tra i leader delle forze di maggioranza continuano le schermaglie a viso aperto. Matteo Renzi è tornato ad accusare Enrico Letta di voler fare il gioco dei grillini a scopo elettorale. “Credo che il Pd debba scegliere se essere il principale e più forte sostenitore dell’esperienza Draghi, partendo dall’assunto che Conte è il più forte avversario di Draghi nella maggioranza”. E ancora: “Noi stiamo con il Pd, se vuole stare con i 5Stelle in logica anti-Draghi staremo da un’altra parte”.

Anche tra i grillini l’equilibrio è precario. Il Movimento 5 stelle continua a chiedere che reati gravi come quelli di mafia non rimangano impuniti in virtù delle nuove norme sull’improcedibilità e la prescrizione. Una posizione ribadita anche oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Sulla riforma della giustizia sostengo il lavoro che sta portando avanti Conte e sono certo che troverà una soluzione all’altezza delle nostre aspirazioni. Bisogna intervenire per evitare il rischio che i responsabili di reati gravi come quelli di mafia rimangano impuniti. Allo stesso tempo serve unità interna perché scontri interni indeboliscono M5s”. Un invito all’unità in un momento in cui il partito non naviga in buone acque, ha ottenuto l’apertura sui reati di mafia e terrorismo, ma c’è chi minaccia di andar via se la riforma targata Bonafede, che aveva abolito la prescrizione, sarà del tutto spazzata via.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.