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Super green pass su tutti i mezzi pubblici, niente quarantena per i vaccinati

06/12/2021 Roma, controllo del Green Pass sul trasporto pubblico locale da parte dei Carabinieri (Photo: Alessandro Serrano'Alessandro Serrano' / AGF)
06/12/2021 Roma, controllo del Green Pass sul trasporto pubblico locale da parte dei Carabinieri (Photo: Alessandro Serrano'Alessandro Serrano' / AGF)

C’è un Paese che deve proteggersi dall’avanzata di Omicron, nel giorno in cui i nuovi contagi sfiorano quota 100mila, e c’è un Paese che rischia di farsi male se si chiude troppo perché due milioni e mezzo di persone in quarantena per un contatto con i positivi al Covid sono due milioni e mezzo di persone che non escono di casa, non lavorano e non spendono, insomma un grande problema per l’economia. Di fronte a questa doppia esigenza e nella consapevolezza che la variante spinge alla prudenza, ma non all’allarme rosso, il Governo calibra il nuovo decreto contro la pandemia su una stretta e su un allentamento. Il nuovo giro di chiave: obbligo del super green pass su tutti i mezzi di trasporto, compresi bus e metro. Ma bisognerà essere vaccinati (o guariti) anche per cenare in un ristorante all’aperto, dormire in albergo, andare in piscina, sciare, partecipare a un ricevimento di nozze. Le regole meno stringenti: niente quarantena per chi è vaccinato con la terza dose o da meno di quattro mesi.

Le decisioni maturano in una riunione del Consiglio dei ministri che si chiude alle nove e mezza di sera, al termine di una giornata lunghissima, dove il Comitato tecnico-scientifico prova a fare da stella polare alle richieste differenti che arrivano dalle Regioni e dai partiti di maggioranza. Sulle nuove regole per l’isolamento sono tutti d’accordo perché tutti guardano alla necessità di sfoltire le file davanti alle farmacie per fare i tamponi, ma anche a fermare le prime crepe che si sono aperte nell’economia reale. Sono le cento corse al giorno soppresse da Trenord, la cassa integrazione Covid che scade tra due giorni, le stime che parlano di due miliardi di minori consumi, di cui 932 milioni riferibili alle famiglie, i danni al turismo e alla ristorazione con le stanze d’albergo disdette per le vacanze e i cenoni di Capodanno annullati. Ma è sulla stretta che si consuma la spaccatura dentro al Governo. Nella cabina di regia che precede il Cdm è l’asse Forza Italia-Pd, insieme al ministro della Salute Roberto Speranza, a spingere per estendere l’obbligo del green pass rafforzato a tutti i lavoratori, introducendo di fatto l’obbligo vaccinale per lavorare. La Lega, con Giancarlo Giorgetti, dice no, motivandolo con la necessità di accompagnare l’obbligo a un’assunzione di responsabilità da parte dello Stato. Tradotto: via la liberatoria che il cittadino firma prima di vaccinarsi, un elenco delle fattispecie da esentare, soprattutto soldi per eventuali indennizzi. Ai leghisti si accodano i 5 stelle, seppure con motivazioni differenti. È Stefano Patuanelli a dire che fino ad ora si è ragionato per categorie, come i medici e gli insegnanti, e che quindi non va bene distinguere tra lavoratori e disoccupati.

Quando termina la riunione è palazzo Chigi ad anticipare una mediazione, parlando di un’estensione del super green pass ad alcune attività come i trasporti e gli impianti. Ed è Mario Draghi, durante il Cdm, a chiedere ai partiti di dare un segnale importante, necessario a spingere le vaccinazioni, perché legare l’obbligo a una lunga lista di ambiti e servizi significa questo. In tempi brevi perché le nuove regole scatteranno dal 10 gennaio. Dieci giorni per indurre i no vax a cambiare idea. Quando i ministri di Forza Italia e del Pd, sostenuti da Elena Bonetti per Italia Viva, capiscono che non c’è lo spazio politico per il super pass nei luoghi di lavoro, il dibattito si sposta sull’obbligo vaccinale. Ma la maggioranza si spacca di nuovo. Sarà la riunione del Consiglio dei ministri, già allertato per i primi giorni di gennaio, a determinare la portata di un nuovo pacchetto di misure che viene dato per scontato.

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Il super green pass servirà quasi ovunque: treni, aerei, bus e metro. Ma anche alberghi, ristoranti all’aperto, fiere, piscine e centri culturali

Dal 10 gennaio e fino alla cessazione dello stato di emergenza (al momento fissata al 31 marzo) il green pass rafforzato sarà obbligatorio per alberghi e strutture ricettive, ma anche per le feste dei matrimoni e dei battesimi, ancora per le sagre e le fiere, gli impianti da sci, i centri congressi, le piscine, i centri benessere anche all’aperto, quelli dove si praticano sport di squadra. Nella lista anche i centri culturali, quelli sociali e ricreativi per le attività all’aperto. Per accedere in tutti questi luoghi o partecipare a queste attività non basterà più il green pass base, che si ottiene anche con un tampone rapido. Bisognerà esibire il certificato verde rafforzato, che si ha solo se ci si è vaccinati o se si è guariti dal Covid.

Se questi ambiti rappresentano attività saltuarie, l’estensione del super green pass ha un impatto importante sui mezzi di trasporto. Non solo su treni, aerei e navi nazionali, ma soprattutto sul trasporto pubblico locale e regionale: bus, metro, tram e convogli locali. Anche qui per salire a bordo non basterà più il green pass base. Il segnale più forte ai no vax è questo.

Nel decreto trova anche spazio una misura per ridurre le capienze: al massimo al 50% per gli impianti all’aperto come gli stadi, non oltre il 35% per quelli al chiuso come i palazzetti.

Come cambia la quarantena (per i vaccinati)

Chi ha avuto un contatto stretto con una persona risultata positiva non dovrà più mettersi in quarantena se ha fatto la terza dose di vaccino e se ha completato il ciclo vaccinale primario (seconda dose) da meno di quattro mesi. Dovrà però indossare la mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al caso e, se sintomatico, dovrà effettuare un tampone rapido o molecolare al quinto giorno.

La cessazione di questa auto-sorveglianza o della quarantena scatterà con l’esito negativo di un test (rapido o molecolare) effettuato anche presso centri privati. In quest’ultimo caso il procedimento si ritiene completato con la trasmissione all’Asl del referto dove è riportato l’esito negativo. Non cambiano invece le regole per i no vax: la quarantena in seguito a un contatto con un caso positivo durerà sempre dieci giorni (al termine c’è bisogno di un tampone negativo) o 14 giorni senza bisogno del test.

Giù i prezzi delle mascherine FPP2

Si fanno fatica a trovare e sono arrivate a costare anche 3 euro ciascuna. Il Consiglio dei ministri ha deciso all’unanimità di calmierare il prezzo delle mascherine FFP2. Sarà la struttura commissariale, guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, a farsi carico dell’impegno che dovrebbe tradursi in apposite convenzioni con le farmacie.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.