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Tasse e tagli: cosa porta la Finanziaria

Tasse e tagli: cosa porta la Finanziaria

Per il momento si conosce di preciso solo l'importo complessivo, vale a dire 27 miliardi di euro. Per il resto, siamo a livello di linee guida che definiscono gli orientamenti di massima e il campo degli interventi, ma senza indicazioni di dettaglio. Dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi dal premier Matteo Renzi, la Legge Stabilità 2016 (un tempo nota classificata come "Finanziaria") comincia a prendere forma. Proviamo a vedere cosa ci aspetta.

Primo, disinnescare le mine
L'avvio del percorso è tutto in salita. Nel pieno della crisi degli scorsi anni, i Governi italiani (da quello guidato da Silvio Berlusconi in avanti) hanno preso una serie di impegni con l'Europa. In pratica occorre trovare risorse alternative anno dopo anno: se non sarà fatto, scatteranno clausole di salvaguada sotto forma di aumenti automatici dell'iva e imposte indirette come le accise sul carburante. Per quest'anno il conto è di 16 miliardi di euro, somme che devono essere reperite in forma stabile. Devono cioè essere in grado di assicurare i medesimi risparmi anche in futuro. Vanno poi considerate le sentenze della Corte Costituzionale in materia di pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici, tanto che il conto sale a 19 miliardi. Ma non è finita qui, dato che il rinnovo degli incentivi alle aziende che assumono vale tra i 2 e i 3 miliardi di euro.

Niente tasse sulla prima casa
Renzi ha confermato di voler tenere fede all'impegno assunto nelle scorse settimane: a partire dal 2016 gli italiani non pagheranno più tasse sulla prima casa, a prescindere dalla metratura e dal livello di reddito. Un impegno che vale non meno di 4 miliardi di euro, assunto dal premier nella convinzione che questa sia la strada obbligata per rilanciare i consumi delle famiglie e il mercato immobiliare, il comparto più importante per il Pil italiano.

Stato a dieta
Buona parte delle risorse, probabilmente tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, arriveranno dal versante della spesa. L'Italia ha fatto i compiti a casa quando c'era da approvare misure drastiche per evitare una crisi senza fine e ora è convinta di poter far pesare questi sforzi nel dialogo con Bruxelles. Il Governo chiederà di poter aumentare un po' il debito pubblico, spiegando che questo servirà ad accelerare la ripresa, portando nel medio periodo benefici in materia di imposte incassate.
La forza dell'Italia sarà tanto maggiore quanto più si riuscirà a intervenire anche sul versante della spesa. Da tutte le parti si ricorda spesso che non può esservi vera crescita fino a che la spesa pubblica costa metà della ricchezza prodotta ogni anno nel Paese, ma poi - quando si prova - a tagliare, la strada si fa stretta. Anche perché non è facile tagliare capitoli come sanità e pensioni senza provocare rivolte di piazza. E' proprio su questo versante che si gioca buona parte della partita relativa alla Legge di Stabilità. Dalla riuscita dei tagli dipenderà anche la capacità di garantire i 3 miliardi promessi al Sud per rilanciare l'economia, tra ulteriori incentivi alle assunzioni e sostegno all'imprenditorialità.