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Telecom Italia, 19% circa capitale vota contro remunerazione manager

ROZZANO (Milano) (Reuters) - Telecom Italia (TLIT.MI) ha approvato la relazione sulla remunerazione ai suoi top manager, ma incassando il voto contrario di circa il 19% del capitale, se si considera che la presenza in assemblea sia stata quella annunciata dal presidente Giuseppe Recchi in apertura, cioè il 57,13% del totale.

La quota che ha bocciato la relazione sulla remunerazione è appena sotto quella dell'attuale socio di riferimento Telco, ma ben oltre l'8,3% di Vivendi (VIV.PA), che a breve diventerà primo azionista del gruppo.

Una parte dei fondi azionisti raccoglie la raccomandazione del proxy adviser ISS e dice no alla remunerazione dei manager, anche se Glass Lewis aveva raccomandato il voto favorevole.

E' presto per dire se questo gruppo di soci sarà il vero dominus del dopo Telco in assemblea, di sicuro il voto dei fondi da qui in avanti sarà più importante.

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Ottenuto il via libera delle autorità in Sudamerica, atteso a breve, Telco si dissolve e Vivendi diventerà primo azionista del gruppo italiano.

Del 22,3% di Telco rimarranno le partecipazioni di Mediobanca (MDBI.MI), Intesa Sanpaolo (ISP.MI) e Generali (GASI.MI), pari complessivamente al 7,5% circa, ma comunque in via di dismissione, secondo le dichiarazioni delle società.

La partecipazione di Telefonica (TEF.MC) passa in parte a Vivendi e in parte viene congelata su richiesta delle autorità brasiliane, autorizzata dall'assemblea Telecom Italia.

Il presidente Giuseppe Recchi ha detto che i nuovi soci, italiani o stranieri, sono benvenuti, se rafforzano la società.

L'assemblea ha votato, tra l'altro, il bilancio e la modifica dello statuto, decidendo che la lista di maggioranza avrà diritto a nominare i due terzi dei consiglieri contro i quattro quinti, previsti fino a oggi.

TELECOM PUNTA SU CRESCITA, BANDA LARGA ITALIA E BRASILE

Intanto il management punta su una politica di crescita: maggiori investimenti nella tecnologia fiber to the home (ftth), anche se una cifra in fondo modesta per Telecom, circa 200 milioni in più in tre anni; non si esce dal Brasile, anzi la controllata Tim Participacoes (Tim Brasil) (TIMP3.SA) intende essere protagonista di un mercato in crescita; per la banda larga il gruppo è disponibile a collaborare con altri soggetti in Metroweb e, sempre per la rete, cerca la collaborazione di Enel (ENEI.MI) e delle municipalizzate.

A una domanda su una possibile integrazione con gruppo Oi (OIBR3.SA), che opera su fisso e mobile, e Tim Brasil, attivo solo nel mobile, l'AD Marco Patuano ha detto che Telecom non ha smesso di studiare le nuove strategie in Brasile e qualche settimana fa un team dell'azienda era nel paese sudamericano proprio per valutare la convergenza fisso/mobile. Tim Brasil può sopravvivere per cinque anni da sola, ma poi avrà bisogno di integrare i due servizi.

Enel (ENEI.MI) e le municipalizzate hanno reti in fibra ottica che Telecom Italia intende integrare per realizzare la rete a banda larga per il Paese.

Il gruppo italiano intensifica gli investimenti nella tecnologia ftth (fiber to the home) portando i fondi al 2017 a 700 dai 500 milioni del piano precedente. Prevede inoltre un taglio dei costi grazie alla riorganizzazione immobiliare, in via di approvazione, di 200 milioni annui, dal 2018.

Sulla vicenda Metroweb, costellata da continui da stop and go, Telecom ribadisce di essere disponibile a collaborare con altri soggetti e quindi apre nuovamente a una joint venture con la cassa Depositi e Prestiti per rilanciare gli investimenti sulla banda larga.

Peraltro, per fare mosse decisive, sarà necessario avere una normativa chiara di incentivo agli investimenti, che Telecom attende a breve.

(Stefano Rebaudo)

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