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Telecom Italia, governo monitora ma il focus non è più sulla rete

Telecom Italia, governo monitora ma il focus non è più sulla rete. REUTERS/Max Rossi

di Paolo Biondi

ROMA (Reuters) - A palazzo Chigi continua a esserci un faro acceso su quanto sta avvenendo nell'azionariato di Telecom Italia, anche se il punto di vista è molto cambiato rispetto a qualche mese fa.

Prima ci si preoccupava per lo sviluppo della rete. Ora si guarda alla composizione azionaria e al dinamismo dei soci francesi, con Vivendi salito oltre il 20% e l'imprenditore Xavier Niel con opzioni fino al 15,1%.

La richiesta di ieri sera di Vivendi di far eleggere dalla prossima assemblea 4 membri nel consiglio di amministrazione, non ha preso di sorpresa l'esecutivo.

"Solo gli stupidi credono che uno spende soldi in un'azienda senza contare", ha detto oggi a Reuters una fonte di governo.

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Vero è che con 4 membri del cda su 17, Vivendi peserà per circa il 25%, contro una partecipazione del 20% che si diluirà a sotto il 14% dopo la conversione delle risparmio.

Ma un'altra fonte del governo Renzi rileva che al ministero dell'Industria si segue la vicenda senza ansia per la bandiera: "Si guarda a investimenti, rete e occupazione".

Fino alla primavera scorsa l'attenzione su Telecom sembrava tutta concentrata sul tema dello sviluppo della banda larga e sul controllo della rete, asset fra i più preziosi dell'ex monopolista telefonico. A creare polemica tra management e governo era la questione della partecipazione di Telecom in Metroweb.

Per lo sviluppo della banda larga il governo pare ora confidare nel progetto annunciato da Enel, benedetto in estate dallo stesso Matteo Renzi: "Grazie alla qualità e alla competenza di Enel abbatteremo i costi".

Mentre non sembra ancora chiara la strategia industriale di Vincent Bolloré su Telecom Italia.

Ora, dopo che anche Andrea Guerra ha lasciato il suo ufficio di adviser di Renzi a Chigi, la preoccupazione sembra più rivolta allo sviluppo industriale di Telecom come veicolo di contenuti e nel puzzle delle aziende europee del settore.

Dal punto di vista politico l'attenzione è accesa sui buoni rapporti di Bolloré con Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset. E sui rapporti di Telecom con le altre aziende europee del settore.

La voce che le quote in Telecom, attuali e potenziali, siano state acquisite in vista del consolidamento del settore, circola da tempo negli ambienti politici e finanziari.

- hanno collaborato Stephen Jewkes e Valentina Za da Milano

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