Terna punta 18 miliardi sulla transizione elettrica (di G. Nespoli)
(di Giulio Nespoli)
Nello scenario Iea (International Energy Agency) per garantire la stabilità climatica è necessario rendere residuale, nell’arco dei prossimi 30 anni, la quota di energia da combustibili fossili. Cioè più che raddoppiare il ruolo della produzione elettrica e alimentarla con le fonti rinnovabili: uno scenario che cambia in modo significativo struttura e qualità della rete elettrica. Per raggiungere questo obiettivo Terna investirà, con il nuovo Piano di sviluppo della rete elettrica, 18,1 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, un incremento del 25% rispetto al precedente piano decennale.
“Una decisione che riflette l’importante momento storico che stiamo vivendo: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Italia e l’Europa si sono dati è infatti necessario non solo avere una chiara visione del futuro, ma anche e soprattutto saper programmare e realizzare tutte le opere indispensabili alla concreta realizzazione della transizione energetica, di cui Terna è regista”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, amministratore delegato della società.
Un obiettivo impegnativo perché la dimensione del salto da fare è molto impegnativa. Già raggiungere l’obiettivo del Pniec, il Piano energia e clima, sarebbe arduo: si tratta di creare 40 gigawattora di energie rinnovabili al 2030. Ma è anche un obiettivo ormai insufficiente visto che l’Unione europea ha alzato l’asticella portando dal 40 al 55% il target di riduzione dei gas serra da raggiungere entro 9 anni. Dunque bisognerà arrivare a 70 gigawattora. Significa aumentare di dieci volte la velocità di installazione degli ultimi anni.
Ma anche rinforzare le dorsali di collegamento elettrico tra Sud (dove maggiore sarà la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili) e Nord (dove è più sostenuta la domanda di energia e...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.