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Tesoro alza target privatizzazioni in range 0,5-1% Pil in Def, dice fonte

Banconote di euro. REUTERS/Lee Jae-Won

di Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) - Il ministero dell'Economia punta su un più ambizioso piano di privatizzazioni per riportare il debito pubblico su una traiettoria discendente.

Una fonte governativa spiega che domani, presentando il Documento di economia e finanza (Def), il governo si impegnerà a raccogliere con le cessioni del patrimonio pubblico un valore compreso "tra lo 0,5 e l'1% del Pil" all'anno.

Le ultime stime ufficiali risalgono a settembre e non vanno oltre il mezzo punto di Pil. [ID:nL5N0HF3CH]

Le privatizzazioni servono a Matteo Renzi per convincere l'Europa che l'Italia prende sul serio il problema del debito, visto dalla Commissione al 133,7% del Pil nel 2014, il più alto della zona euro dopo il 177% della Grecia.

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Appena insediato, il governo ha annunciato di voler proseguire e rafforzare il programma di privatizzazioni ereditato dal precedente esecutivo di Enrico Letta.

Nell'immediato c'è la cessione del 40% di Poste, del 49% di Enav e del 50% di Stm Holding, che detiene circa un quarto di StMicroelectronics (STM.PA).

Nei prossimi mesi Renzi avvierà la cessione di parte delle azioni detenute in Eni (ENI.MI), controllata dal Tesoro (4,34%) in tandem con la Cdp (25,76%). Il Tesoro dovrebbe vendere il 3% del gruppo. La discesa temporanea sotto la soglia strategica del 30% non è più un tabù. Quando l'Eni avrà concluso il buyback e annullato il 10% del capitale, ministero dell'Economia e Cdp torneranno a detenere il 30,1%. [ID:nL5N0KP36C]

Anche Cdp è della partita. Vendendo quote di Fincantieri e Cdp reti, il gruppo potrà in parte ricapitalizzarsi, in parte staccare dividendi straordinari agli azionisti Tesoro (80%) e Fondazioni bancarie (18%).

LA SPENDING REVIEW E LE RENDITE FINANZIARIE

Il quadro macroeconomico e di bilancio è sostanzialmente definito. Il Def riduce la stima di crescita del 2014 a 0,8% dal precedente 1,1%. Il deficit è indicato a circa il 2,6% del Pil nel 2014 e all'1,8% nel 2015 da 2,5% e 1,6%.

Il debito, indicato al 132,8% del reddito nazionale a settembre, salirà inevitabilmente sopra il 133% senza contare gli oltre 40 miliardi aggiuntivi che Renzi vuole liquidare alle imprese fornitrici della pubblica amministrazione entro il 21 settembre. [ID:nL6N0MA1TJ]

Il Def deve chiarire quali coperture il governo intende mettere in campo per ridurre di 1.000 euro su base annua l'Irpef sui redditi medi e bassi. La manovra vale 6,7 miliardi nel 2014 e 10 dal 2015.

La principale fonte di risorse è la spending review, che assicura tra il 2014 e il 2016 fino a 34 miliardi, più probabilmente 32. In attesa che la revisione mirata della spesa produca i suoi effetti, il governo dovrebbe ricorrere a tagli semi-lineari.

Da vedere se Renzi vorrà monetizzare la minore spesa per interessi. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi sulla scadenza a 10 anni è sceso sotto i 170 punti base dai circa 270 punti di metà settembre. Ma la Commissione europea esercita pressioni perché gli Stati membri evitino di impiegare risorse incerte.

Renzi si è impegnato a ridurre del 10% l'Irap su base annua aumentando la tassazione sulle rendite finanziarie (esclusi i titoli di Stato) al 26 dal 20%.

La stretta dovrebbe partire da luglio. In questo caso il taglio dell'Irap scenderebbe al 5% nel 2014.

((in redazione a Roma Giselda Vagnoni, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224393, Reuters Messaging: giuseppe.fonte.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia